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AMBIENTE & NATURA – Clima: solo l’uomo può correggere i guasti da lui generati

Successo, riflessioni e possibili soluzioni sulla crisi climatica dal simposio tenuto dal Parco Monti Ausoni a Fondi LT

FONDI (LT) – È destinato ad essere un punto di riferimento il simposio tenuto a Fondi LT, lunedì 7 novembre scorso, dall’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi, che ha preso spunto dalla presentazione del libro di Roberto Venafro: “Un mutamento reversibile. La crisi climatica attraverso le Conferenze delle Parti delle Nazioni Unite”, attraverso il quale si ripercorre la lunga strada tracciata dalle diplomazie internazionali, in un quarto di secolo, per definire strategie e azioni per affrontare l’emergenza climatica.

Relatori e parterre d’eccezione per l’evento, al quale era presente un numeroso pubblico che ha affollato la “Sala Lizzani” all’interno del Complesso di San Domenico a Fondi LT.

Enrica ONORATI, Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo – Regione Lazio; S. E. Monsignor Luigi VARI, Arcivescovo di Gaeta; Beniamino MASCHIETTO, Sindaco Comune di Fondi insieme ai sindaci e rappresentanti della Comunità del Parco; Bruno MARUCCI e Lucio DE FILIPPIS, rispettivamente Presidente e Direttore dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi; Mariagrazia MIDULLA, Responsabile per il Clima ed Energia del WWF; Giovanni CANNATA, Presidente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Mariella NOCENZI, Professoressa di Sociologia – Sapienza Università di Roma; Francesco MENEGUZZO, Ricercatore Istituto Bioeconomia CNR; Roberto VENAFRO, Autore del libro “Un mutamento reversibile”.

In sala i rappresentanti delle forze dell’Ordine: Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Per il Comune di Fondi: il sindaco Beniamino Maschietto, il vice Vincenzo Carnevale, l’assessore Fabrizio Macaro; per il Comune di Lenola: il sindaco Fernando Magnafico; per il Comune di Monte San Biagio: il vicesindaco Arcangelo Di Cola. La presidente del Parco Riviera d’Ulisse, Carmela Cassetta. Il direttore della Riserva Lago di Posta Fibreno, Antonio Lecce. Associazioni del terzo settore e ambientaliste.

Dall’incontro è apparso sempre più importante il ruolo dei Parchi nel contesto dei cambiamenti climatici come siti indispensabili per regolare le emissioni climalteranti e dare un contributo nella mitigazione del riscaldamento globale. Bacini di equilibrio fra la Natura e le intense attività antropiche.

Se accanto al paventato sicuro futuro catastrofico è anche emerso un barlume di fiducia legato all’azione dell’umanità e agli stili di vita: “Solo l’uomo può correggere i guasti da lui generati”.

“Accolgo con piacere tutti gli ospiti e illustri relatori a questo importante incontro – ha esordito il presidente del Parco Ausoni avv. Bruno Marucci. L’articolo 9 della Costituzione, nel prevedere che la Repubblica (dunque, tutti gli enti della Repubblica) “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Oggi più che mai vanno adottate azioni urgenti in favore del nostro pianeta. E ognuno è chiamato a fare la propria parte con responsabilità. Una giustainformazione e sensibilizzazione, ma anche incentivi a comportamenti green, contribuiranno al rispetto dei ritmi della natura”.

“La nostra mission comprende anche la sensibilizzazione verso i grandi temi di tutela ambientale. E abbiamo preso spunto – ha sostenuto il direttore del Parco Ausoni dott. Lucio De Filippis – dalla presentazione del libro di Roberto Venafro, per sostenere le buone pratiche. I Parchi, a venticinque anni dalla legge 29 del 1997 per quanto riguarda la nostra Regione Lazio e a 100 anni per i Parchi Nazionali storici, nell’ambito della loro mission principale che è rappresentata dalla conservazione della natura e tutela della biodiversità, oltre a migliorare la coesistenza fra gli esseri viventi e fra le esigenze conservazionistiche e quelle di crescita di un territorio, risultano fondamentali anche per la loro funzione di mitigazione e contrasto degli effetti derivanti dalla più grande crisi che l’Umanità è chiamata ad affrontare nel corso di tutta la sua storia: quella legata ai cambiamenti climatici”.

“Se nel 2018 – ha detto Enrica Onorati, assessora regionale Lazio – coniugare ambiente e agricoltura poteva in qualche modo apparire uno slancio di visione per le istituzioni, oggi è prassi consolidata e questo ci deve far ben sperare per il futuro. Un mutamento reversibile dice il tema dell’incontro. Un mutamento soprattutto culturale e sociale che io penso sia non solo possibile ma urgente perché oggi la sfida dei cambiamenti climatici è forse la prova più importante di questa nostra umanità.

“La rappresentazione più palese che i vertici mondiali sul clima mettono in scena è la contrapposizione fra due mondi – ha spiegato Roberto Venafro autore del libro – fra il Nord e il Sud, fra l’Occidente e l’Oriente. Visioni discordanti e differenti responsabilità nell’intraprendere politiche di contrasto al riscaldamento globale, evidenziano le difficoltà di assumere iniziative univoche e condivise. La trasformazione va intesa come un nuovo rinascimento in cui le azioni del genere umano siano capaci di invertire la crisi climatica e rendere, così, i mutamenti reversibili.

“Un dato triste e drammatico – ha detto il sindaco Maschietto – è quello che negli ultimi 70 anni l’umanità è riuscita a produrre ben il 50% di anidride carbonica, un quantitativo che corrisponde a quella prodotta dal pianeta fin dalla sua creazione fino a cento anni fa. E se è stata la tecnologia la causa, la tecnologia deve ora aiutarci a invertire la tendenza”.

“Il cambiamento climatico è un pericolo che interessa tutti nessuno escluso – ha sostenuto Mariagrazia Midulla, Responsabile per il Clima ed Energia del WWF – ma causato nella sostanza solo da una parte del pianeta, mentre a pagarne le conseguenze sono anche aree geografiche come l’Africa cui non hanno contribuito”.

“Questa iniziativa, cui mi complimento, ha due aspetti – ha sostenuto Giovanni Cannata, Presidente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – uno legato ai Parchi e l’altro legato al cambiamento climatico e alla Cop27. Cioè sono poi i territori a calare a terra quello che viene deciso dai grandi della terra. Per questo noi dei Parchi giochiamo un ruolo non marginale”. “La via del dialogo tra le nazioni non deve mai essere abbandonata – ha detto Monsignor Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta – potrà essere quella più tortuosa e lunga, ma è l’unica perché l’unica alternativa è quella di rovesciare il tavolo e tutto quello che ci si trova sopra. ‘Reversibile’ è una parola usata nel titolo del libro, questa è basata su dati e ricerche che offrono spunti e impegno affinché il mutamento cui si parla, abbia un risvolto speranzoso. Ma già si parla di piano di adattamento nel caso la situazione peggiora, ma a questo i privilegiati sono sempre i ricchi, mentre i poveri costretti a soccombere”.

“Viviamo in un’epoca in cui il tempo, lo spazio e le relazioni sono state radicalmente modificate. Ha spiegato Mariella Nocenzi, Professoressa di Sociologia – E tal proposito i sociologi hanno prodotto il manifesto sul futuro delle società in transizione, in cui si evidenziano: lo sviluppo, le azioni, le risorse, così da attivare la giustizia ambientale strettamente connessa con la giustizia sociale”.

“Ci sono solo due vie per uscire da questa situazione – ha indicato Francesco Meneguzzo, Ricercatore Istituto Bioeconomia CNR – quella della contemplazione abbandonando l’ansia della crescita ad ogni costo (ma questo l’occidente non lo accetterà mai), l’altra scelta è quella di colonizzare altri pianeti, paradossalmente la più percorribile”.

Questo il link per vedere tutti i lavori dell’incontro: https://youtu.be/fSvZNlMrnKQ

METEO & AMBIENTE – Coldiretti avverte: “Con i temporali sale il conto dei danni”. Coltivazioni ed allevamenti sono travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003

ROMA – “La pioggia è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti”. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli improvvisi temporali che a macchia di leopardo hanno colpito la Penisola con grandine, venti forti e violente precipitazioni che hanno abbattuto alberi e provocato frane, nonostante il grande caldo continui ad assediare il Paese con 19 città da bollino rosso.

“Manifestazioni che non cambiano lo stato di sofferenza idrica sul territorio come si evidenzia dal livello idrometrico del fiume Po che è sceso a 3,8 metri al Ponte della Becca che è rappresentativo delle criticità presenti sull’intera Penisola a partire dalla pianura padana dove per la mancanza di acqua – precisa la Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La situazione di carenza idrica riguarda anche i grandi laghi del Nord con il Maggiore che ha appena il 16% di riempimento dell’invaso e in quello di Como va ancora peggio con appena l’1,2% mentre nelle zone a valle serve l’acqua per irrigare le coltivazioni, e persino il Garda è pieno poco meno di 1/3 (32%)”.

“Il mix esplosivo caldo e siccità ha favorito il divampare degli incendi con danni incalcolabili dal punto di vista economico ed ambientale tanto che – stima la Coldiretti – ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire l’habitat nei boschi andati distrutti dalle fiamme”.

“Una emergenza nazionale che – sottolinea la Coldiretti – riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali. La siccità ha infatti un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che – sottolinea la Coldiretti – sono il granaio d’Italia. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, e del 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove – evidenzia la Coldiretti – si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette che solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi”.

“Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero”.

“Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato – conclude Prandini- un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l`acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità”.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it