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COSTUME & SOCIETA’ – Il 31 marzo torna l’ora legale: ecco come funziona

Lancette in avanti di un’ora, permetterà di guadagnare luce solare e di diminuire il consumo di energia elettrica

ROMA – Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo (per l’esattezza alle ore 2) bisognerà spostare le lancette dell’orologio in avanti di un’ora: torna infatti l’ora legale che ci accompagnerà fino all’ultimo week end di ottobre. Questa semplice operazione, che avviene solitamente in maniera automatica sui dispositivi elettronici, permetterà di guadagnare un’ora in più di luce solare e di diminuire il consumo di energia elettrica. Quest’anno l’avvio dell’ora legale la domenica di Pasqua. Sarà bene ricordarlo per non arrivare tardi al pranzo.

Da anni si discute di abolire il cambio dell’ora, ma nella pratica si è arrivati a un nulla di fatto. La Commissione europea ha avanzato la proposta di abolirlo addirittura già nel 2018, ma da allora nessun avanzamento.

Mantenere l’ora legale tutto l’anno, infatti, determinerebbe un doppio beneficio: da una parte eviterebbe il cambio d’ora due volte l’anno, che studi scientifici correlano a problemi di salute, per quanto modesti; parallelamente permetterebbe di risparmiare sui consumi energetici, con ricadute benefiche su tutto l’ambiente.

ORA LEGALE E DISTURBI PER L’ORGANISMO

‘Perdere un’ora di sonno’ può generare effetti indesiderati sul nostro organismo, come stanchezza, sonnolenza, irritabilità, affaticamento, scarsa concentrazione, bassa produttività. Tra le buone abitudini da adottare per affrontare al meglio questo giorno di transizione ci sono: evitare di assumere sostanze potenzialmente eccitanti e cercare di non impegnarsi in attività particolarmente impegnative a livello mentale prima di coricarsi. Così come limitare l’uso di smartphone o tablet prima di andare a dormire e durante la notte, poiché le luci emesse da questi dispositivi possono inibire la produzione di melatonina e disturbare il sonno.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Festa di san Patrizio, ecco perché si festeggia il 17 marzo

Ogni anno i più importanti monumenti e simboli mondiali, dal Colosseo al Cristo Redentore, si accendono di verde per il ‘Global Greening’

ROMA – Sebbene sia il patrono d’Irlanda, ogni 17 marzo parate e baldoria in nome di san Patrizio contagiano tutto il mondo. La popolarità del ‘Saint Patrick’s Day’ è globale, e si diffonde ben oltre l’Isola di Smeraldo. Ogni anno, infatti, anche i più importanti monumenti e simboli mondiali, dal Colosseo al Cristo Redentore, si accendono di verde per il ‘Global Greening‘.

IL 17 MARZO È LA FESTA DI SAN PATRIZIO

San Patrizio non era irlandese, ma probabilmente scozzese o gallese. Fu catturato dai pirati irlandesi quando aveva 16 anni e costretto a 6 anni di lavori forzati. Riuscì a fuggire per poi ritornare come missionario cristiano.

Secondo la leggenda, san Patrizio riuscì a eliminare i serpenti dall’Irlanda, gettandoli in mare. Tuttavia, secondo i resoconti storici, l’isola era priva di questi rettili già da due secoli prima. Si pensa che i serpenti fossero in realtà una metafora per i sacerdoti pagani e i druidi: li fece bandire costringendoli a convertirsi al cristianesimo. Secondo la tradizione, san Patrizio è morto il 17 marzo del 461, da qui la scelta della data.

IL TRIFOGLIO, IL VERDE E IL LEPRECHAUN

Secondo la tradizione, san Patrizio usò il trifoglio (shamrock) come metafora per spiegare agli irlandesi pre-cristiani la Santa Trinità (tre foglie sullo stesso stelo). Il verde invece, non è stato da subito il colore della Festa. Inizialmente era stato scelto il blu, il colore delle vesti del Santo. Il verde fu utilizzato in seguito per rappresentare la stagione della primavera e del trifoglio.

Una delle usanze della Festa di san Patrizio è quella di cercare la pentola d’oro. Si dice che i Leprechaun (in italiano leprecauni), tipici folletti della tradizione irlandese, siano estremamente ricchi e che siano soliti occultare tesori in località nascoste, rivelate solo a coloro che riescono a catturarli e a interrogarli con domande specifiche per trovare la pentola d’oro.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Pi Greco Day, ecco perché si festeggia il 14 marzo

Oggi è il giorno dedicato alla costante matematica più famosa del mondo

ROMA – Il suo utilizzo in numero formule matematica lo ha reso la costante più conosciuta del mondo. Il 14 marzo si festeggia il Pi Day, la Giornata internazionale dedicata al Pi greco. Conosciuto anche come ‘costante di Archimede’ o numero di Ludolph, il Pi greco è indicato con la lettera dell’alfabeto greco ‘π‘ e, sebbene generalmente espresso con il numero ‘3,14’, il suo valore in realtà può continuare all’infinito.

PI GRECO DAY, ECCO PERCHÉ SI FESTEGGIA IL 14 MARZO

La giornata dedicata al Pi greco è stata ideata dal fisico americano Larry Shaw, che nel 1988 organizzò un evento nel San Francisco Exploratorium. La scelta del 14 marzo non è casuale. Nel calendario anglosassone le date si indicano con il mese che precede il giorno (al contrario di quanto accade da noi). Dunque il 14.3 diventa 3.14, proprio le prime 3 cifre del Pi greco. Inoltre, per l’occasione, questo stesso giorno è dedicato all’International Day of Mathematics, la giornata mondiale della matematica. Curiosamente, il 14 marzo è anche il giorno del compleanno del famoso fisico Albert Einstein.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Le origini della Festa della donna: ecco perché si celebra l’8 marzo

In Italia la Festa della donna venne celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922

ROMA – Ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che avvengono ancora ogni giorno. L’8 marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della donna. Più che una festa, un’occasione per sensibilizzare su tematiche sociali quali l’uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, la violenza e gli abusi contro le donne.

LE ORIGINI DELLA FESTA DELLA DONNAPERCHÉ SI CELEBRA L’8 MARZO

È conoscenza comune che l’origine della Festa della donna sia da ricercare nella storia delle 134 operaie che persero la vita nel rogo della ‘Cotton’, una fabbrica di camicie di New York, in cui erano state rinchiuse dal titolare perché non partecipassero allo sciopero dell’8 marzo del 1908. In realtà, non esiste alcuna prova a sostegno di questo tragico avvenimento: in nessun archivio storico, infatti, ne viene riportata notizia. Un reale incendio, invece, avvenne a New York il 25 marzo del 1911 nella fabbrica Triangle. Causò la morte di 146 persone, di cui 123 donne.

L’origine dell’8 marzo come giorno dedicato alla donna non è ben chiara. L’ipotesi più accreditata riguarda un episodio accaduto in Russia, a San Pietroburgo (all’epoca Pietrogrado). L’8 marzo del 1917 migliaia di donne si riversarono nelle strade della città per chiedere la fine della Prima guerra mondiale. L’evento ebbe una grande risonanza e, complice la risposta fiacca di repressione militare, ebbero origine ulteriori manifestazioni una dopo l’altra, che portarono al crollo dello zarismo. Per questo l’8 marzo venne scelto nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca il 14 giugno del 1921, come ‘Giornata internazionale dell’operaia’.

Nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite invitò gli Stati membri a proclamare un giorno dell’anno come ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale’. L’8 marzo fu scelto dalla maggior parte degli Stati membri e da allora è divento il giorno simbolo delle donne in gran parte del mondo.

PERCHÉ SI REGALA LA MIMOSA?

In Italia la Festa della donna fu celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922, grazie all’iniziativa del Partito comunista italiano. Tuttavia, è solo nel settembre del 1944 che l’Udi, l’Unione delle donne in Italia, decise di celebrare la prima giornata della donna nelle zone liberate del Paese.

Così, l’8 marzo del 1946, a guerra terminata, finalmente si poté celebrare la festa in tutta Italia. Per l’occasione, le organizzatrici Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei cercavano un fiore che potesse simboleggiare la giornata, un fiore di stagione e che costasse poco. La scelta ricadde sulla mimosa.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Anno bisestile, ecco perché febbraio ha un giorno in più

In realtà, la regola dei quattro anni non è propriamente esatta per individuare l’anno bisestile

ROMA – Il 2024 è un anno bisestile, ossia al posto dei canonici 365 giorni, ce ne sarà uno in più. Nello specifico, febbraio ha 29 giorni anziché 28. Nella conoscenza popolare, questo accade ogni 4 anni. Ma, in realtà, non è proprio così.

COS’È L’ANNO BISESTILE

La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi a completare un’orbita intorno al Sole. Il calendario gregoriano, quello che utilizziamo, conta però soltanto 365 giorni. Per evitare la progressiva divergenza delle stagioni, le ore in avanzo vengono riallineate ogni 4 anni con l’anno bisestile. Se non aggiungessimo un giorno ogni 4 anni, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni.

Questo calcolo risale ai tempi dei Romani. Precisamente, nel 46 a.C. Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le ore di ‘avanzo’, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel calendario giuliano un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. In latino il 24 febbraio era il ‘sexto die ante Calendas Martias‘, e quel giorno diventò il ‘bis sexto die’, da cui la denominazione ‘bisestile’.

QUALI SONO GLI ANNI BISESTILI?

In realtà, la regola dei quattro anni non è propriamente esatta per individuare l’anno bisestile. Con il calendario gregoriano, che sostituì quello giuliano alla fine del sedicesimo secolo, furono introdotte delle definizioni più dettagliate. È considerato bisestile un anno non secolare (ossia non deve finire con 00, come 2016, 2020, 2024, etc…) divisibile per 4. È bisestile anche un anno secolare se divisibile per 400. Ad esempio, il 1900 NON è stato un anno bisestile perché è un anno secolare NON divisibile per 400. Invece, il 2000 è stato un anno bisestile ‘speciale’ perché anche se secolare è divisibile per 400. Il 2100, invece, NON sarà bisestile perché è un anno secolare NON divisibile per 400.

PERCHÉ IL SIMBOLO DELL’ANNO BISESTILE È UNA RANA?

Aprendo Google, in molti avranno notato che il doodle di oggi dedicato all’anno bisestile ha come protagonista una rana. La rana nei paesi anglosassoni è proprio il simbolo degli anni bisestili. In inglese, infatti, è uso comune riferirsi al 29 febbraio come ‘leap day’, dove ‘leap’ significa ‘salto’. Da qui la connessione tra rana e anno bisestile.

IL COMPLEANNO DEI NATI IL 29 FEBBRAIO

Quando festeggiano il compleanno i nati il 29 febbraio? Non c’è una regola precisa. Quando non c’è l’anno bisestile, c’è chi sceglie di anticipare il compleanno al 28 febbraio, o chi preferisce aspettare il 1° marzo. In Italia, a causa della data particolare, i nati il 29 febbraio hanno una carta d’identità che dura 14 anni al posto dei 10 canonici.

 Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Italiani senza competenze digitali: un’azienda su due non trova personale

Le aziende di Information tecnology faticano a trovare personale con competenze digitali avanzate, anche se questo non succede solo in Italia. Le richeiste sono legate a retribuzione e bilanciamento vita privata – lavoro

ROMA – Il 54,6% delle aziende di Information Tecnology in Italia fatica a trovare personale con competenze digitali avanzate. A fronte di una media globale del 47,3%, la percentuale tocca quota 60,6% in India. Vicini a noi Spagna (52,9%), Francia (51,2%) e Germania (50,6%). Minori difficoltà di reperimento in Polonia, Turchia e Portogallo, dove il fenomeno accomuna comunque oltre un’azienda su tre (rispettivamente il 37,6%, 33,6% e 38,8%). Sono i dati che emergono dal report “IT Global HR Trends” realizzato da Gi Group Holding, multinazionale italiana del lavoro, in collaborazione con il Politecnico di Milano e la società di data intelligence INTWIG Data Management. La ricerca, condotta in 13 Paesi -Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti- ha messo in luce i principali trend delle risorse umane nelle aziende del settore IT (Information tecnology) in una fase in cui l’innovazione e lo sviluppo tecnologico stanno trasformando i modelli lavorativi e di business.

Nella ricerca di lavoro, i fattori che i candidati al settore considerano prioritari sono la retribuzione (49%), un adeguato work-life balance (31,2%) e la possibilità di ricoprire ruoli che non comportino un elevato livello di stress (21,1%). Priorità confermate anche in Italia, dove il 60% sottolinea il fattore retributivo, il 32% la conciliazione del proprio lavoro con la vita privata e il 24% mette l’accento sul contenimento dello stress. Per un lavoratore su quattro (il 25,3% a livello globale, il 24% in Italia) un importante fattore d’attrattività sono anche le opportunità di avanzamento di carriera e crescita professionale che l’azienda può offrire.

Per attrarre e trattenere talenti, le imprese potrebbero considerare in misura crescente anche l’adozione di modelli di lavoro flessibili e ibridi. Più di un lavoratore IT su tre (38%) nel nostro Paese dichiara infatti di apprezzare il lavoro in modalità ibrida, percentuale considerevolmente superiore alla popolazione complessiva dove la quota scende al 18,9%.

L’Information Technology, aggiunge la ricerca, è il settore che registra il più alto livello di soddisfazione tra i lavoratori con un punteggio globale di 8,4/10 che sale a 9,3 in Italia. Non mancano tuttavia i fattori di stress, legati soprattutto alla difficoltà di conciliazione con la vita privata (48% in Italia, 39,2% a livello globale) e ai carichi lavorativi (44% Italia, 46,6% globale), aspetti che sottolineano come il contrasto a questi fattori sia cruciale per favorire tanto l’attraction quanto la retention dei talenti nel lungo periodo. Di fronte a queste trasformazioni, l’aggiornamento delle competenze e una cultura della formazione continua diventano un fattore cruciale per garantire alle aziende un vantaggio competitivo. A questo riguardo, i professionisti IT italiani – in linea con i loro colleghi globali – si impegnano attivamente per acquisire nuove skill, in particolare seguendo corsi di formazione organizzati dal proprio datore di lavoro (32%) ma anche investendo proattivamente in iniziative di apprendimento autonome con corsi e piattaforme di formazione online (28%).

Parallelamente alle hard skill, molte aziende guardano con favore alle competenze cognitive, gestionali e tecnologiche. Il pensiero analitico è la soft skill più apprezzata a livello globale, seguita da pensiero creativo, resilienza, motivazione e curiosità.

Per il settore IT è anche essenziale lavorare per ridurre il divario di genere. In questo senso, dalla survey emerge che le aziende a livello globale stanno adottando misure per garantire alle donne pari opportunità di carriera. Tra le principali: finanziare la formazione STEM per le figlie dei dipendenti, come incentivo per le donne a entrare a far parte delle loro organizzazioni, e ospitare o contribuire a conferenze universitarie con professioniste IT di successo.

“Il settore IT è percorso da un’ondata di innovazione spinta da cinque grandi forze che stanno aprendo nuovi scenari e trasformando le strategie di business: intelligenza artificiale, analisi dei big data, cloud computing, sicurezza informatica e tecnologia 5G- dichiara Elisabetta Paddeu, Division Manager ICT di Gi Group- il nostro Report, frutto di un’ampia ricerca condotta a livello globale, ha esaminato l’impatto di questi cambiamenti sui modelli di lavoro così come sulle carriere, i ruoli e le competenze nelle aziende del comparto. Uno dei risultati più significativi concerne le aspettative dei lavoratori e dei potenziali candidati: oggi, tra le priorità dei professionisti IT osserviamo infatti un’esigenza crescente di equilibrio tra vita professionale e personale, così come di far parte di un’azienda attenta al benessere dei dipendenti e di accedere a opportunità di formazione continua, particolarmente importante data la rapida evoluzione delle tecnologie. Comprendere e soddisfare le nuove aspettative dei lavoratori sarà fondamentale per affrontare la sfida del gap di competenze, trattenere i talenti e migliorare la competitività aziendale. In questo scenario le funzioni HR hanno il compito cruciale di leggere il cambiamento e guidare le loro organizzazioni nella nuova era tecnologica”.

 Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Sabato scorso è stata la Giornata del gatto: ecco perché

Il 17 febbraio in Italia è la Giornata nazionale del gatto: in Italia ce ne sono 10 milioni e sono un aiuto contro la solitudine e nel mantenimento di uno stile di vita sano

BOLOGNA – Il 17 febbraio in Italia è la Giornata nazionale del gatto. Perchè proprio il 17 febbraio? Innanzitutto un’antica tradizione identifica febbraio come il mese dei gatti e delle streghe, ma c’è anche un’altra ragione: febbraio è il mese in cui regna il segno zodiacale dell’Acquario, che è considerato il segno degli spiriti liberi, tratto universalmente riconosciuto ai gatti.

Quanto alla scelta del 17, deriva dall’idea di sfatare tutte le credenze negative legate ai gatti che portano sfortuna, in particolare quelli neri. Benchè in Italia si festeggi il 17 febbraio, a livello mondiale per la verità, molti paesi celebrano la festa del gatto in estate, l’8 agosto, giornata che venne indetta nel 2002 dall’International Fund for Animal Welfare (Ifaw).

In Italia quanto sono diffusi i gatti? Oggi quasi una famiglia su due (oltre il 40%) ha in casa un animale domestico ed è sempre più convinzione diffusa che la relazione con gli animali d’affezione porti un beneficio importante sia a livello di umore (e di educazione nella crescita dei bambini), che per mantenere uno stile di vita attivo. Inoltre, avere un animale in casa aiuta anche a sentirsi meno soli. Nel 2023, in Italia, si stimano circa 65 milioni gli animali domestici, di cui quasi nove milioni di cani e dieci milioni di gatti, entrati a far parte delle famiglie italiane. Inoltre, è cosa risaputa che i gatti – anzi, i ‘gattini’ – sono ormai star del web e dei social in particolare, dove sono amati più di ogni altro animale.

In occasione della Giornata nazionale del Gatto, Trovaprezzi.it ha fatto un focus sulle ricerche relative ai prodotti per animali da compagnia: nel 2023, ad interrogare Trovaprezzi su prodotti per animali sono stati in 6milioni e 240mila, registrando un +6% rispetto al 2022. La maggior parte delle ricerche riguarda il cibo (oltre 2milioni e 900mila ricerche) e gli articoli veterinari (oltre 2milioni e 450mila ricerche), che complessivamente raggiungono l’86% del totale.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Carnevale quanto mi costi, anche 50 euro per un costume da bambino. Ecco come risparmiare tra trucchi e feste

Costumi, trucchi e feste private, spesso con l’animatore: chi ha un bambino sa bene che il periodo del Carnevale può costare molto caro. Ebbene, Federconsumatori ha calcolato che quest’anno si spenderà il 5% in più dello scorso anno

Il Carnevale entra sempre più nel clou una delle feste più amate dai bambini e dalle bambine, in tutta Italia così come a Rimini. Dove i marciapiedi si riempiono di coriandoli colorati, mentre sui banchi di pasticcerie, forni e grande distribuzione iniziano a comparire i dolci tipici di questa festa, in tutte le loro varianti. In questa occasione, Federconsumatori ha monitorato i prezzi dei prodotti alimentari, dei costumi e degli accessori tipici del carnevale, nonché i costi per organizzare una festa a tema con amici e parenti. Mediamente i prezzi aumentano del +5% rispetto al 2023, gli aumenti più elevati si registrano per i trucchi, per l’acquisto dei costumi e per i dolci tipici.

I COSTUMI

Tra le tendenze tipiche del 2024 spiccano i costumi di Barbie e delle serie TV più amate da grandi e piccini. Ma, visti i costi elevati, è sempre più in voga lo scambio di costumi con gli amici o l’acquisto di costumi economici online. Altra opzione molto gettonata, che rappresenta, anche, l’occasione per avere un costume unico e è il costume fai da te. Il prezzo medio di un costume si attesta quest’anno a 54,90 euro per un adulto e 49,90 euro per un bambino (rispettivamente il +6% e il +8% rispetto al 2023). Altra soluzione è il noleggio: in questo caso i costi variano in ragione della qualità e preziosità dei costumi.

TRUCCHI

Non c’è travestimento senza un make-up all’altezza: il prezzo medio di una palette di trucchi con un pennello e cinque colori è di circa 8,00 euro, mentre un kit più completo (otto colori, un pennello e una spugnetta) ha un costo di circa 26,99 euro. L’aumento medio di tali prodotti rispetto al 2023 è stato, rispettivamente, del +23% e del +12%. Per questi prodotti – così come per bombolette, costumi e altri accessori – è importante prestare la massima attenzione alla sicurezza, acquistando solo trucchi certificati: in particolare è opportuno verificare la presenza del marchio CE, che garantisce la conformità alla normativa europea e controllare che sulla confezione sia riportato l’elenco degli ingredienti. È inoltre buona norma evitare l’acquisto di prodotti che presentino un involucro danneggiato, poiché il deterioramento della confezione potrebbe derivare da condizioni di conservazione non ottimali. Riutilizzare i trucchi dello scorso anno potrebbe non essere una buona idea: attenzione alle indicazioni sulla scadenza!

FESTE PRIVATE

Per le famiglie riminesi che si trovano ad organizzare una festa in maschera, oltre alle spese per l’affitto della location, che ammontano a circa 269 euro (+8%), deve mettere in conto i costi dei diritti Siae (176,80 euro) e del buffet (15,90 euro a persona, +6%), a cui si possono aggiungere ulteriori spese nel caso in cui si voglia arricchire l’evento con la presenza di un animatore (168,00 euro) e di un truccatore (100,00 euro).

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – È il Giorno della Marmotta: che cos’è e perché si festeggia

Oggi la marmotta Phil farà le sue ‘previsioni’

ROMA – Quanto manca all’arrivo della primavera? Durerà ancora tanto l’invero? Queste domande troveranno risposta oggi grazie ad un meteorologo d’eccezione: la marmotta Phil. Ogni 2 febbraio negli Usa ricorre il Giorno della Marmotta (Groundhog Day), una tradizione secolare per prevedere, in modo non proprio scientifico, quando l’inverno lascerà il posto alla bella stagione.

COME FUNZIONANO LE PREVISIONI DI PHIL

Ogni 2 febbraio, milioni di cittadini americani osservano con il fiato sospeso il rifugio di Phil. Se la marmotta uscirà dalla sua tana senza vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto. Al contrario, se Phil vedrà la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà nella sua tana, e l’inverno continuerà per altre sei settimane. L’evento è trasmesso in diretta streaming, ma il pronostico vale solo per gli Usa.

DAL FILM ALLA CANDELORA: FATTI E CURIOSITÀ SUL GIORNO DELLA MARMOTTA

Il Giorno della Marmotta divenne celebre nel mondo nel 1993 con il film “Ricomincio da capo” (Groundhog Day), dove Bill Murray resta intrappolato in un circolo temporale in cui è costretto a rivivere in loop il Giorno della Marmotta.

La celebrazione del Giorno della Marmotta deriva da antiche usanze cristiane e romane. Gli europei celebravano il 2 febbraio la Candelorauna festa per la presentazione al Tempio di Gesù 40 giorni dopo la sua nascita. Se il cielo era terso, significava un inverno prolungato: “Per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora; ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”.

In Germania nel giorno della Candelora venivano utilizzati animali, come orsi o ricci, per predire l’arrivo della primavera. Gli immigrati tedeschi portarono poi il rito negli gli Stati Uniti, dove la tradizione si è radicata soprattutto in Pennsylvania, coinvolgendo però la marmotta.

Secondo la tradizione Phil è immortale. Fu nominato ‘oracolo ufficiale’ nel 1887 da un gruppo di cacciatori di marmotte di Punxsutawney. Rivali come la marmotta Chuck di Staten Island e il Generale Beauregard Lee, Georgia, hanno cercato di minare la sua fama, ma Phil ha mantenuto il suo significato culturale. Ovviamente Phil è un “falso”. Le marmotte in cattività in genere vivono non più di dieci anni.

Nel 2013 la marmotta Phil sbagliò il suo pronostico, prevedendo l’arrivo imminente della primavera. Al contrario, una tempesta di neve e temperature basse continuarono ad insistere sugli USA fino a marzo inoltrato. Il fatto divenne un caso mediatico quando il pubblico ministero di Butler County, Ohio, Michael Gmoser, dichiarò che la marmotta era colpevole di reato di false dichiarazioni di primavera‘ e avrebbe dovuto pagare per la predizione difettosa con la sua stessa vita. Ovviamente, si trattava di uno scherzo, ma in molti erano così infastiditi dallo sbaglio di Phil che si dissero favorevoli alla mozione…

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – 2 febbraio Giornata mondiale dell’ukulele. Alcune curiosità sullo strumento simbolo delle Hawaii e amato da tante star

ROMA – Parente delle chitarre, l’ukulele condivide con loro la forma e le corde, ma a differenza di queste ultime emette un suono più dolce. Inventato a fine ottocento da immigrati portoghesi trasferiti nelle Hawaii come adattamento hawaiano dello strumento cavaquinho, l’uku – questo il suo soprannome – è sopravvissuto con alterne fortune fino ai nostri giorni.

Amatissimo da tante star della musica, domani viene celebrato in festival nazionali e internazionali, spopola nelle scuole elementari e medie tanto che in molte di queste in Italia sta sostituendo il tradizionale flauto dolce ed è protagonista persino di un corso di studi di livello universitario nel conservatorio di musica di Alessandria.

Una popolarità trasversale che rispecchia in pieno lo strumento che nasce proprio con uno spirito di accessibilità alla musica, intesa come mezzo di gioia e condivisione, capace di colmare le distanze e creare comunità. Nella giornata mondiale dell’ukulele, il team di Monopolele, il più importante festival italiano dedicato all’ukulele, celebra la ricorrenza regalandoci una lista di aneddoti e curiosità sullo strumento più versatile della musica.

IL FESTIVAL – Arrivato alla sua terza edizione, Monopolele – Ukulele Mediterranean Fest, è il festival di ukulele che si tiene ogni anno a Monopoli.

Qui, tra maggio e giugno, artisti internazionali e virtuosi dell’ukulele, il cui talento è ampiamente riconosciuto dalla scena musicale nazionale e internazionale e provenienti da ogni parte del mondo, si esibiscono in coinvolgenti performance dal vivo.

Una tre giorni di concerti gratuiti, jam session e workshop ma anche di street parade che coinvolge tutti, dai musicisti, ai residenti e fino ai turisti. Provare per credere: appuntamento a Monopoli dal 30 maggio al 2 giugno.

UKULELE, CIOÈ “PULCE CHE SALTELLA” – Nonostante l’ukulele sia uno strumento inventato dai portoghesi, il nome sembra essere merito degli hawaiani.

Gli abitanti di Honolulu, infatti, chiamarono “pulce che saltella” (in hawaiano, ukulele) lo strumento a quattro corde che gli immigrati portoghesi suonavano, muovendo tanto rapidamente le dita da ricordare, appunto, pulci saltellanti.

C’è però anche un’altra interpretazione sull’origine del nome: secondo la regina delle Hawaii, Lili’uokalani, la parola ukulele è composta da uku (regalo) e lele (arrivare) e significa “regalo che arriva da lontano”.

LUTTO NAZIONALE – Per la morte di George Formby, attore e musicista inglese, diventato famoso i numerosi film girati durante la Seconda Guerra Mondiale, ben 21, e come intrattenitore per le truppe (ovviamente con un ukulele in mano) furono proclamati tre giorni di lutto nazionale.

TROVA LE DIFFERENZE – A differenza della chitarra, l’ukulele non segue l’ordine “corda sottile uguale nota alta” ed è proprio da questa particolarità che nasce il caratteristico suono prodotto dallo strumento.

SOMEWHERE OVER THE RAINBOW – L’artista hawaiano Israel Ka’ano’i Kamakawiwo’ole, conosciuto come IZ, pubblicò nel 1993 un medley delle canzoni Over the Rainbow e What a Wonderful World con l’ukulele. Una performance che diede nuova vita alle due canzoni e contribuì a far conoscere l’ukulele in tutto il mondo.

FAN FAMOSI: GEORGE HARRISON E NON SOLO – Molte star si sono innamorate presto o tardi dell’ukulele. A cominciare da George Harrison, lo storico membro dei Beatles che, negli ultimi anni di vita, suonava l’uku più delle chitarre, decantandone al mondo intero le virtù sonore e spirituali.

Non solo lui, però: in Italia Rino Gaetano lo portò addirittura sul palco più famoso della musica italiana, quello di Sanremo, con la canzone “Gianna” e il cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, nel 2011, ha pubblicato l’album Ukulele Songs, interamente suonato con questo piccolo strumento.

E poi anche Taylor Swift che, di tanto in tanto, propone nei suoi live nuove versioni di suoi brani con l’ukulele e gli italianissimi Santi Francesi che, durante un’esibizione a X Factor, hanno “fatto alzare il pubblico in piedi” a suon di ukulele.

ORCHESTRE DI UKULELE – Esistono intere orchestre di ukulele. La più famosa si chiama Ukulele Orchestra of Great Britain, è attiva dal 1985, e tiene concerti riempiendo le sale di tutto il mondo, eseguendo brani di musica pop e rock in versione acustica.

BILLIE EILISH – L’artista californiana in collaborazione con la Fender, storica azienda americana produttrice di strumenti musicali, ha progettato e lanciato sul mercato nel 2020 un nuovo modello di ukulele. La scelta non è un caso: è proprio con l’ukulele, infatti, che Billie Eilish apprese i primi rudimenti musicali e imparò a suonare la sua prima canzone, “I Will” dei Beatles.Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it