Categoria: Serie A

CALCIO – Serie A: Juve in Champions, Lazio fuori dall’Europa, Empoli e Venezia in B

Ultima giornata show: la Roma va in Europa League, la Fiorentina in Conference grazie al Lecce che vince all’Olimpico. Salve Parma e Verona

ROMA – La Juventus raggiunge in Champions League Napoli, Inter e Atalanta, mentre la Roma prenderà parte alla prossima Europa League.

È invece la Fiorentina l’italiana che giocherà la Conference League 2025/26, mentre resta fuori dall’Europa la Lazio. Sono gli ultimi verdetti della stagione 2024/25 del campionato di serie A.

In coda, insieme al Monza retrocedono Venezia e Empoli.

Campione d’Italia: Napoli

in Champions: Napoli, Inter, Atalanta, Juventus

in Europa League: Roma, Bologna

in Conference League: Fiorentina

in Serie B: Empoli, Venezia, Monza

CALCIO – Serie A: Il fantastico 4: il Napoli è Campione d’Italia

Battuto il Cagliari 2-0. L’Inter vince a Como ma non basta. McTominay e Lukaku firmano il titolo: il Napoli è campione d’Italia

NAPOLI – Nessun Cagliari “fatal”, nessun diluvio come a Perugia, il “Maradonazo” era solo un incubo preventivo. È scudetto, il “fantastico 4” del Napoli. All’ultima giornata. In volata, con uno spasmo del suo supereroe: Scott McTominay. Una sforbiciata a tagliare ansia, scaramanzia, tremori, fatica e Inter di sponda sul Cagliari. E poi con il sigillo, la seconda firma notarile di Lukaku, in sfondamento. 2-0 al Cagliari già salvo, tanto bastava. Inter 2-0 a Como, e non sarebbe comunque bastato. Come da libretto d’istruzioni di Antonio Conte, “se l’è preso”. C’è il bollino dell’aritmetica, ora. La benedetta fumata azzurra.

Qualcuno, in ansia commerciale, aveva ricacciato dentro i magazzini le rabberciate magliette scudetto. Quelle col “4” mal-cucito sulle rimanenze del terzo titolo. Le sciarpe, le bandiere sono rispuntate timidamente in solo mattinata. Le bancarelle delle edicole allestite con pudicizia, quasi timore. Perché un gol a fil di lama – quello del 2-2 del Genoa alla terzultima giornata – e poi i patemi della penultima (con un rigore negato dal Var al minuto 96 di Parma-Napoli) avevano spento le celebrazioni prima ancora che partissero. L’attesa – il tormento – è durata un’altra settimana di riluttanza.

Arriva come uno sbuffo, questo scudetto. Non è mica la cavalcata della squadra di Spalletti, che pareva eterea, quasi un’allucinazione collettiva. La città bendata, coi fascioni soffiati dal vento a sbattere contro i palazzi. I fili tirati da un condominio a quello dirimpetto. I santini di Osimhen e Kvaratskhelia al posto dei panni stesi ad asciugare. E i sagomati di cartone 1:1. Quella è un’eco lontana. Un plastico. Due anni fa lo scudetto montò come una panna, e trovò i napoletani estenuati dalla festa precoce, dai preliminari eccessivi. Questa è una liberazione, perché quella grammatica era fuori scala. Il campionato si prende dunque a quota 82, lasciando il cruccio e l’impiccio della Champions (un fastidio da 140 milioni di euro) all’Inter. Era dai tempi del triplete di Mourinho che la marea non restava così bassa. Con la statistica dei gol segnati mai così asfittica da quando il campionato è tornato a 20 squadre. La Serie A del 2025 può raccontarsi minimalista, senza iperboli e superlativi. Operaia, si diceva una volta. Il quarto è il primo scudetto adulto del Napoli. Dopo i due di Maradona e quello atteso religiosamente per una vita (33 anni). Questo è sudato, sofferto, strappato. Di corto muso, direbbe uno che forse – chissà – abiterà quella panchina tra qualche mese. Un capolavoro di spigoli, problemi, resistenze. Con la faccia dolorosa di Antonio Conte. Con le sue movenze elettriche, le convulsioni. Gli stenti di una stagione a imbuto, campionato e basta dopo i guai della passata. Primi sì, ma niente romanticismi. Due anni fa era poesia, il Napoli di Conte è la sua versione in prosa. Ha vinto una squadra rimasta attaccata alle opportunità, con maturità ed equilibrio. Fino allo psicodramma finale. Ha assorbito tutte le asperità del cammino: le fisiologiche distrazioni dei rivali, il futuro sospeso di Conte, l’addio a Kvara senza tappare il buco (Okafor, poveretto, poteva diventare sinonimo di autosabotaggio sportivo, oltraggio al pudore). Invece ora, e soltanto ora, il Napoli può sedersi al tavolo di chi vince senza eccezionalità: due scudetti in tre anni sono una routine da Juve, Inter, Milan. Fuori dal triangolo del calcio industriale nessun’altra squadra italiana c’era mai riuscita: il Grande Torino o il Bologna ante-guerra, certo. Ma era un altro mondo, quello. Sono passati 80 anni. Il Napoli non è più un romanzo di formazione.

In attesa che ognuno se lo intesti a suo uso e consumo – è più dell’allenatore o di De Laurentiis? Di Lukaku o di McTominay? Di entrambi, di tutti – il Napoli sfata anche un mito statistico: ventidue degli ultimi ventitré scudetti, dodici consecutivi dal 2013, se li era presi una squadra che l’anno prima era andata almeno a podio. La Juve di Conte, annata 2012, ci arrivò depressa da un settimo posto. È una firma, quella di Conte. Sullo sporco lavoro che qualcuno – a quanto pare, sempre lui – deve accollarsi. Conte è un feticista delle ceneri, uno spazzacamino. Si auto-esalta nell’impresa. “Sono uno specialista della vittoria, ma anche delle sconfitte. È grazie alle sconfitte che sono diventato così duro”. E’ il suo lascito.

È venerdì, dunque, il dì di festa. La gente scivola in strada lenta, implacabile. Un po’ sorniona, quasi come Ottavio Bianchi che la sera del primo scudetto se ne stava in pigiama quando Ferlaino bussò alla porta: che fai lì Otta’, scendi, andiamo a festeggiare. Fuori dalla “zona blu” gli scooter, le auto, i clacson. Dentro, la processione a piedi. Ma stavolta c’è meno stupore, la vittoria ad anni alterni è un ritmo circadiano: non c’è sospensione della realtà, magari è questa la nuova realtà. Basta frodi nostalgiche, i ricordi patinati degli anni 80. Il quarto scudetto è uno scatto di carriera, è un “another day at the office”: un lavoro straordinario.

Il Napoli di Conte ha spezzato con la ferocia la catena di montaggio a ingranaggi perfetti a cui i tifosi s’erano rassegnati per ambire a vincere. S’è curato le ferite (alcune autoinflitte), si è perdonato gli errori e le pause. Ha fatto di necessità virtù. Realismo magico. “Amma faticà”, disse quando arrivò, Conte. E mo’, c’amma fa? “Festa. Ora dobbiamo festeggiare”. Sabato, domenica e lunedì. Il ragù ha eduardianamente “peppiato” abbastanza.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CALCIO – È arrivato il momento della Var “spiegata” allo stadio

Dalle semifinali di Coppa Italia gli arbitri spiegheranno le decisioni Var con l’audio-diffusione. Dal prossimo weekend di campionato, invece, arriva la Var sui maxi schermi

ROMA – A partire dalle semifinali di Coppa Italia gli arbitri spiegheranno le decisioni Var allo stadio con l’audio-diffusione. Mentre dal prossimo weekend di Serie A, le decisioni compariranno sui maxi schermi degli stadi.

La Lega Serie A rende noto che, a partire dalla 30esima Giornata di Campionato, procederà a integrare il segnale del VARDict (ovvero le grafiche televisive trasmesse durante controllo VAR) sui maxischermi degli stadi, informando così gli spettatori presenti di un’eventuale revisione del VAR in corso o di un controllo VAR di lunga durata.

In occasione delle Semifinali e della Finale di Coppa Italia Frecciarossa 2024/2025, inoltre, in seguito alla recente decisione assunta dall’IFAB durante il 139esimo Annual General Meeting, e in accordo con FIGC e AIA, la Lega Serie A darà il via alla fase di sperimentazione della diffusione del Segnale Audio dell’Arbitro all’interno degli stadi e in televisione, con specifica limitazione alla spiegazione delle sole decisioni prese dal Direttore di Gara dopo l’intervento del VAR per ‘On-Field-Review’ (OFR). Attraverso l’implementazione di una specifica soluzione tecnologica, sviluppata dal partner Hawk-Eye, che si aggiunge all’attuale set-up della comunicazione arbitrale, in occasione dell’OFR i telespettatori e il pubblico allo stadio potranno ascoltare la motivazione della decisione direttamente dalla voce dell’Ufficiale di Gara.

“La Lega Serie A vuole continuare a investire in innovazione, introducendo tutte le nuove tecnologie che possano favorire lo spettacolo del nostro Campionato e supportare la terna arbitrale.
Siamo stati, infatti, i primi al mondo ad introdurre il VAR, il SAOT e la GLT, abbiamo implementato il VAR Message per accelerare i processi decisionali e ora siamo pronti ad integrare il VARDict e a sperimentare la distribuzione del segnale audio dell`arbitro dentro gli stadi e in tv. Le comunicazioni circa le modalità con cui i Direttori di Gara assumeranno le decisioni dopo l’OFR hanno l’obiettivo di rendere i provvedimenti presi sempre più trasparenti e comprensibili per i calciatori, i dirigenti delle squadre e tutti gli stakeholders coinvolti, compreso il pubblico sugli spalti e i telespettatori”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CALCIO/SERIE A – Le parole del Presidente Maurizio Stirpe nel post gara di Frosinone Udinese

FROSINONE – Nei momenti di difficoltà come può essere quello di una retrocessione maturata nei 15’ finali, è un presidente come Maurizio Stirpe a giocare la partita. Mettendoci la faccia, la voce, anche una naturalissima emozione. Lo aveva detto in tempi non sospetti, il 9 luglio, il giorno della presentazione di mister Di Francesco: “Se dovessimo salvarci il merito sarà tutto di altri, in caso contrario mi prenderò io le responsabilità”. Lo ha ribadito a distanza di 10 mesi, in rapida successione alle tv e in conferenza stampa. Era successo già nel post-gara di Frosinone-Foggia del giugno di 6 anni fa. Quella volta la coda della stagione fu diversa.

“Il calcio è questo bisogna saper accettare il risultato del campo – le sue parole a Dazn –. Quest’anno siamo arrivati ad un soffio dalla salvezza, secondo me con un pizzico di capacità nel saper gestire certi episodi durante il campionato non saremmo arrivati a questa corrida finale. Purtroppo anche stasera non penso che l’Udinese abbia meritato di vincere però ci è capitato tante volte quest’anno di aver pareggiato o perso contro squadre che secondo me ai punti non avrebbero meritato certamente di averci superato sul campo. Evidentemente abbiamo dei limiti, bisogna ripartire da quelli e cercare di migliorare. La serie A è un campionato molto difficile, ci sono squadre molto attrezzate, ci sono squadre che hanno tante tradizioni e noi dobbiamo prendere esempio da queste, strutturarci meglio. Se avremo la forza di riprovarci un giorno faremo tesoro di questa esperienza negativa e di questa serata amarissima. E’ una serata difficile per tutti, anche per Eusebio soprattutto alla luce di valori che abbiamo saputo esprimere durante il campionato e che purtroppo avrebbero meritato miglior risultato. Abbiamo avuto dei limiti pagati a caro prezzo negli ultimi 15’ del campionato. C’è molto rammarico da questo punto di vista ma ci sarebbero tante occasioni che non siamo stati capaci di sfruttare e gli altri invece sono stati bravi a capitalizzare le loro. Io non credo alla sfortuna o alla fortuna, credo che bisogna essere più bravi degli altri per saper ottenere i risultati sul campo. Noi anche se in un modo molto rocambolesco, che lascia l’amaro in bocca a tutti quelli che hanno tenuto alle sorti del Frosinone, non siamo stati capaci. Bisogna ripartire dai limiti e dagli errori se uno vuole rimanere nel mondo professionistico che conta. Ripartire da Di Francesco? Adesso è prematuro. Io penso che quando accadono fatti di questo genere bisogna sentirsela di tornare e riproporsi e ci vuole anche la testa libera e una disponibilità che ognuno deve ricercare in se stesso”.

Il presidente Stirpe si è poi spostato in sala conferenza dove c’erano i cronisti ad attenderlo.

Presidente, un pensiero su questa serata dai mille risvolti.

“Evidentemente c’è una grande amarezza per l’epilogo. Se uno pensa che fino a 15’ dalla fine del campionato noi avevamo una certa posizione, prima evaporata per il gol dell’Udinese che non credo fosse un vantaggio meritato. Nel secondo tempo non ho visto loro occasioni, tranne il gol. Se stasera c’era una squadra doveva vincere era il Frosinone. Evidentemente abbiamo dei limiti che abbiamo avuto durante il campionato e che spesso hanno reso labile il confine tra una grande impresa e una grande disfatta. Non dobbiamo appellarci alla sconfitta di stasera. Se alla fine non siamo stati capaci di materializzare le grandi opportunità avute, dobbiamo pensare ai nostri demeriti. Non appellarci alla sfortuna o alla dietrologia che spesso c’è in queste situazioni. Siamo stati meno bravi degli altri, bisogna far tesoro degli errori fatti. Poi se saremo capaci, saper ripartire”.

Uno spettacolo di pubblico, cosa si sente di dire ai tifosi?

“Io sono solidale con la loro delusione. Non si può impedire ai tifosi di essere delusi dopo un campionato del genere. Ci hanno sempre sostenuto, mi dispiace soprattutto per loro. Anche stasera abbiamo provato a mettere in campo quanto avevamo. Onore agli avversari, sono stati più bravi a capitalizzare il poco che hanno fatto”.

Cosa ha detto al mister e cosa ha detto il mister? E quanto tempo prenderà per riprogrammare la stagione?

“In ogni caso avevo intenzione di iniziare la programmazione tra 3 settimane, con una conferenza stampa. Lo faremo anche in questo caso, a fronte della retrocessione. Bisogna avere il tempo giusto, tutti, per metabolizzare. Un risultato molto amaro. Ma abbiamo il dovere di ripartite. Se ci fossimo salvati il merito sarebbe stato tutto dei ragazzi, se non ci fossimo salvati il demerito e la responsabilità me la sarei presa tutta io: questa è una frase che dissi in tempi non sospetti. Durante l’anno non mi avete mai visto, la mia presenza qui testimonia l’applicazione coerente di quel pensiero. Tra 3 settimane saremo in grado di capire quale progetto riusciremo a mettere in campo”.

Il Frosinone a metà stagione veleggiava a metà classifica. Ma aveva evidenziato dei limiti come da lei accennato. Ha qualche piccolo rammarico per non essere intervenuto?

“Noi siamo rimasti coerenti ad un progetto: non è importante vincere ma il modo col quale si vince. L’unico fallimento che considero è il fallimento di una Società, quello lo ritengo irreparabile. La nostra Società ha potuto mettere in campo quello che poteva, non si è messa in tasca nulla. Il nostro modo di fare calcio era e rimane questo. Sostenibilità, valorizzazione dei giovani e del marchio e sviluppo delle infrastrutture: questi i punti cardine di questi ultimi 3 anni, che restano tali. Lo abbiamo fatto e lo faremo anche nelle prossime stagioni, a prescindere dalla categoria. Cosa si sarebbe potuto fare di più? Bisognerebbe porsi la domanda sui difensori che ci sono mancati, ad un certo punto della stagione ne abbiamo persi 7. Non ho visto o letto un’enfasi particolare. Se avessimo avuto la stessa situazione che abbiamo avuto a partire dall’ultima sosta, dal mese di marzo, non saremmo arrivati a giocarci la salvezza all’ultima giornata”.

Presidente, il Frosinone stecca la partita più importante della stagione.

“Il Frosinone non ha steccato la partita questa sera. Il Frosinone si è trovato davanti un portiere che ha fatto la differenza, a parte i legni che ha preso. Riguardate bene la partita senza farvi influenzare dal risultato. Era giusto perdere questa partita? Io penso di no”.

La curva ha scritto Ti amo. Lei tornando a casa dirà la stessa cosa?

“Io non debbo dire o fare. Io ho una storia di 21 anni che spetterà a voi un giorno saper giudicare o vedere se è coerente con un senso di appartenenza e affatto. Non posso dirlo io, devono dirlo gli altri”.

Infine il passaggio a Rai Sport.

“Onestamente nel corso della stagione non siamo stati bravi a capitalizzare le tante occasioni create per poter evitare di arrivare all’ultima giornata in questa condizione. Evidentemente – ha detto Maurizio Stirpe – abbiamo palesato dei limiti, né appellarci alla sfortuna o altre chiacchiere ma far tesoro degli errori commessi. Provando a non ripeterli. Da cosa ripartiamo? Dai quattro pilastri sui quali so fonda la Società: la sostenibilità economico-finanziaria, lo sviluppo del settore giovanile, la valorizzazione del brand e lo sviluppo delle infrastrutture. Continueremo a fare calcio in questo modo, se ci verrà data la possibilità. Tenendo bene a mente che non è importante vincere ma il modo in cui si vince. Secondo me – spiega il Presidente – dobbiamo fare dei salti di qualità nel settore medico, noi siamo stati 2 mesi in una condizione nella quale di 11 difensori in organico ne avevamo fuori 7. Si potrà dire: i medici che c’entrano? Probabilmente quello è un settore dove dovremo fare uno sforzo maggiore per evitare di trovarci in questa situazione. Probabilmente se avessimo potuto disputare il campionato con una maggiore normalità, non ci saremmo trovati a giocarci tutto in 90’. Quando non meritavamo un epilogo del genere. Io penso che anche la partita di stasera sia l’epilogo di quella che è stata la nostra stagione: abbiamo trovato davanti un portiere in uno stato di grazia, qualche situazione potevamo gestirla meglio. Quando non capitalizza alla fine – conclude il massimo dirigente del Frosinone – c’è il rischio che alla fine prendi gol alla prima occasione creata dagli avversari. E non è questa la prima volta che accade. Purtroppo è capitato a noi, in un momento amaro a pochi minuti di distanza da un traguardo che sarebbe stato secondo me meritato tagliare in modo diverso”.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

CALCIO/SERIE A – Ritorno immeritato in serie B: Frosinone – Udinese 0-1. Il tabellino

FROSINONE – Il Frosinone perde 1-0 la sfida-salvezza con l’Udinese, l’Empoli batte la Roma (2-1) in pieno recupero e per i giallazzurri c’è il ritorno in serie B. Immeritata. I giallazzurri dominano la partita dopo uno sbandamento iniziale, colpiscono due legni con Soulé e Brescianini e sbattono su un Okoye in formato ‘monstre’ che nega il gol in almeno 4-5 occasioni.

FROSINONE (3-4-1-2): Cerofolini; Lirola (40’ st Cuni), Romagnoli, Okoli; Zortea (49’ st Monterisi), Barrenechea, Brescianini (41’ st Gelli), Valeri; Harroui (40’ st Reinier); Soulé (40’ st Ghedjemis), Cheddira.

A disposizione: Frattali, Palmisani, Marchizza, Baez, Garritano, Kvernadze, Ibrahimovic, Bonifazi, Mazzitelli, Lusuardi.

Allenatore: Di Francesco

UDINESE (3-4-2-1): Okoye; Perez, Bijol, Kristensen; Ehizibue (13’ st Joao Ferreira), Walace, Payero, Kamara (41’ st Zemura); Samardzic, Brenner (1’ st Davis); Lucca.

A disposizione: Padelli, Mosca, Ebosele, Zarraga, Abankwah, Tikvic, Thauvin, Kabasele, Giannetti, Pereyra.

Allenatore: Cannavaro.

Arbitro: signor Daniele Doveri di Roma 1; assistenti Stefano Alassio di Imperia e Valerio Colarossi di Roma 1. Quarto Uomo Fabio Maresca di Napoli; al Var Aleandro Di Paolo di Avezzano (AQ), Avar Daniele Paterna di Teramo.

Marcatore: 31’ st Davis (U)

Note: spettatori totali: 16.010; abbonati: 10.684; biglietti; 5.326 (di cui 770 ospiti); totale incasso compreso rateo abbonamenti: euro 387.249,57; angoli: 11-2 per il Frosinone; ammoniti: 21’ st Perez (U), 31’ st Davis (U); espulsi: al 24’ pt Milana (team manager del Frosinone) e Carnevale (ds dell’Udinese); recuperi: 3’ pt; 5’ st

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO-SERIE A – Ruggito da “Leoni” per la salvezza: Monza – Frosinone 0-1. Il tabellino

MONZA – Novantasei minuti e spiccioli, il Frosinone artiglia 3 punti con un gol di Cheddira al 9’ del primo tempo e si prepara alla sfida casalinga con l’Udinese all’ultima di campionato che vale la salvezza anche con un pareggio. Nella prima frazione di gioco, i giallazzurri gestiscono il vantaggio e rischiano qualcosa solo a tempo scaduto, al 47’, per un palo di Colpani. La gara si scalda nei secondi 45’ quando il Monza ha cercato il pari a modo suo, palla su Djuric e tanta speranza, mentre il Frosinone ha avuto il modo di chiuderla, vanificandolo anche per colpa di un palo colpito da Soulé. Al termine tutti con le orecchie rivolte ad Udine dove la squadra di Cannavaro trova l’1-1 al 113’.

MONZA (4-2-3-1): Sorrentino; Birindelli (34’ st Pedro Pereira), Izzo (1’ st D’Ambrosio), Pablo Marì, Kyriakopoulos (1’ st Zerbin); Bondo (1’ st V. Carboni), Gagliardini; Colpani, Pessina, Dany Mota (21’ st Caprari); Djuric.

A disposizione: Mazza, Gori, Donati, Caldirola, Akpa Akpro, Colombo, Ferraris, Vignato S.

Allenatore: Palladino.

FROSINONE (3-4-2-1): Cerofolini; Lirola, Romagnoli, Okoli; Zortea, Barrenechea (41’ st Reinier), Brescianini, Valeri; Harroui (27’ st Gelli); Soulé (45’ st Baez), Cheddira (41’ st Cuni).

A disposizione: Frattali, Palmisani, Marchizza, Kaio Jorge, Garritano, Ibrahimovic, Ghedjemis, Monterisi, Bonifazi, Mazzitelli, Lusuardi.

Allenatore: Di Francesco.

Arbitro: signor Michael Fabbri di Ravenna; assistenti Luigi Rossi di Rovigo e Dario Garzelli di Livorno; Quarto Uomo Matteo Marcenaro di Genova; Var Rosario Abisso di Palermo, Avar Federico La Penna di Roma 1.

Marcatore: 9’ pt Cheddira (F)

Note: spettatori: 12.306 (447 tifosi giallazzurri) per un incasso di euro 215.196,94 compresa la quota abbonati; angoli: 3-3; ammoniti: 28’ pt Bondo (M), 2’ st Soulé (F), 47’ st Gelli (F); recuperi: 2’ pt;

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – Serie A: Leoni sfortunati e l’Inter colpisce. Frosinone – Inter 0-5. Il tabellino

FROSINONE – Il Frosinone gioca per un’ora ma non sfonda, l’Inter in maniera chirurgica affonda il coltello nella difesa giallazzurra e piazza uno 0-5 impietoso ai danni dei giallazzurri che se hanno avuto un demerito è quello di aver mollato sullo 0-2. Il primo tempo si chiude con Soulé & soci sotto di un gol ma il primo bilancio è di un Frosinone anche tanto sfortunato. Alla rete di Frattesi al 19’ – ripartenza dal basso troppo forzata tra Cerofolini e Zortea – i giallazzurri hanno risposto con due grandi occasioni: la bordata di Brescianini deviata in angolo da un miracolo di Sommer e la traversa di Cheddira a portiere battuto. E poi sui piedi di Reinier un paio di palloni meritevoli di miglior sorte. Nella ripresa l’Inter piazza 4 gol in 39’, il Frosinone vicino al gol più volte fino allo 0-2. Poi troppo arrendevole.

FROSINONE (3-4-1-2): Cerofolini; Lirola (26’ st Harroui), Okoli (37’ st Monterisi), Bonifazi; Zortea, Mazzitelli (37’ pt Gelli), Brescianini, Valeri; Reinier (26’ st Kaio Jorge); Cheddira (37’ st Ibrahimovic), Soulè.

A disposizione: Frattali, Palmisani, Marchizza, Baez, Garritano, Cuni, Ghedjemis, Seck, Kvernadze.

Allenatore: Di Francesco.

INTER (3-5-2): Sommer; Bisseck, DeVrij, Carlos Augusto; Darmian (1’ st Cuadrado), Barella (30’ st Sensi), Asllani, Frattesi (19’ Klassen), Dimarco (26’ st Buchanan); Arnautovic (19’ st Lautaro), Thuram.

A disposizione: Di Gennaro, Audero, Dumfries, Calhanoglu, Mkhitarian, Pavard, Sanchez, Bastoni.

Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: signor Antonio Giua di Olbia; assistenti Marco Scatragli di Arezzo e Vittorio Di Gioia di Modena; Quarto Uomo Alessandro Prontera di Bologna; Var Daniele Paterna di Teramo, Avar Daniele Doveri di Roma1.

Marcatore: 19’ Frattesi (I), 15’ st Arnautovic (I), 32’ st Buchanan (I), 35’ st Lautaro (I), 39’ st Thuram (I).

Note: Spettatori totali: 16.021; abbonati: 10.684; biglietti; 5.337 (di cui 1.022 ospiti); totale incasso compreso rateo abbonamenti: 469.529,57; angoli: 7-2 per il Frosinone; recuperi: 2’ pt; 1’ di raccoglimento per le vittime della tragedia di Casteldaccia in provincia di Palermo.

Fonte Frosinone Calcio

SPORT/CALCIO – Serie A: Empoli – Frosinone 0-0. Il tabellino

EMPOLI – Un buon Frosinone si prende il quinto pareggio nelle ultime sei gare, infila il record in A di risultati positivi consecutivi e sale a quota 32 a braccetto con i rivali dell’Empoli, scavalcati però entrambi dal Verona che ha battuto la Fiorentina. Empoli palla lunga e pedalare, nel primo un gol annullato a Gyasi per fuorigioco e tre occasioni (Mazzitelli e due volte Cheddira) per i giallazzurri. Nel secondo tempo l’atteggiamento dei toscani non cambia, il Frosinone rischia il minimo ma non trova la zampata vincente dalle parti di Caprile. Nel finale ci poteva stare un rigore per fallo di mano di Gyasi sul cross di Valeri, sul ribaltamento di fronte Cerofolini chiude i boccaporti su Maleh. E lunedi sera tutti davanti alla tv per Udinese-Napoli.

EMPOLI (3-4-2-1): Caprile; Bereszinski, Ismajli, Luperto; Gyasi, Marin, Grassi (10’ st Maleh), Pezzella (39’ st Cacace); Fazzini (25’ st Zurkovski); Cambiaghi (25’ st Cancellieri), Niang (10’ st Caputo).

A disposizione: Perisan, Vertua, Goglichidze, Shpendi S., Kovalenko, Destro, Bastoni.

Allenatore: Nicola.

FROSINONE (3-4-1-2): Cerofolini; Lirola, Romagnoli (28’ st Bonifazi), Okoli; Zortea, Mazzitelli, Barrenechea, Valeri; Brescianini (40’ st Gelli); Soulé (47’ st Ibrahimovic), Cheddira (28’ st Cuni).

A disposizione: Frattali, Palmisani, Marchizza, Baez, Seck, Kaio Jorge, Reinier, Garritano, Harroui, Ghedjemis, Monterisi.

Allenatore: Di Francesco.

Arbitro: signor Daniele Doveri di Roma1; assistenti Damiano Di Iorio di Verbania-Cusio-Ossola e Giuseppe Perrotti di Campobasso; Quarto Uomo Giovanni Ayroldi di Molfetta; Var Massimiliano Irrati di Pistoia, Avar Valerio Marini della sezione di Roma1.

Note: spettatori totali: 13.110 (di cui 1.876 del Frosinone) per un incasso di euro 124.956,2; abbonati 6.581 per un incasso di euro 51.105,97; spettatori 6.529 per un incasso di euro 73.850,29; angoli: 8-4 per il Frosinone; ammoniti: 17’ pt Okoli (F), 15’ st Valeri (F), 23’ st Maleh (E), 30’ st Barrenechea (F) e Zurkowski (E); recuperi: 1’+1’ pt; 4’ st.

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – Serie A: Un punto di platino guadagnato per la salvezza. Napoli – Frosinone 2-2. Il tabellino

NAPOLI – Un punto di platino che alla resa dei conti al Frosinone in versione accorto-sbarazzino va anche stretto. Al ‘Maradona’ finisce 2-2, con i giallazzurri che rimontano due volte il Napoli grazie ad una doppietta di Cheddira, curiosamente di proprietà del club partenopeo. Squadre al riposo con il Napoli in vantaggio grazie alla rete di Politano al 16’. Azzurri tracimanti per quasi 25’, la squadra di Di Francesco rischia il 2-0 ma si salva, con Osimhen che fallisce a botta sicura. Il Frosinone però può recriminare per un altro calcio di rigore fallito, stavolta da Soulé, concesso al 30’ per un fallo commesso da Rrhamani su Cheddira. Nel finale di tempo Turati evita il raddoppio su un tiro di Zielinski. Al 5’ della ripresa Cheddira infila alle spalle di Meret il pallone del pari, con la complicità di Soulé e dello stesso portiere azzurro, poi è Osimhen che riporta avanti i padroni di casa ma poco prima della mezz’ora ancora Cheddira a colpire con un gran colpo di testa. Turati, tra i migliori in campo con lo stesso Cheddira, sbroglia un paio di situazioni complicate. E nel finale Seck spreca il colpo del ko. Qualche curiosità, infine. A proposito di Cheddira: da inizio marzo ha realizzato 4 reti, nessuno come lui. L’attaccante nato a Loreto è anche alla sua terza doppietta tra serie B (Bari, 2) e serie A (Frosinone, 1). Per Zortea quinto assist da quando è al Frosinone, a pari merito di Luis Alberto e McKennie.

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrhamani, Ostigard, Mario Rui; Anguissa (40’ st Simeone), Lobotka, Zielinski (33’ st Cajuste); Politano (33’ st Raspadori), Osimhen, Kvaratskhelia

A disposizione: Idasiak, Gollini, Natan, Traoré, Lindstrom, Mazzocchi, Dendoncker.

Allenatore: Calzona

FROSINONE (3-4-2-1): Turati; Okoli, Romagnoli, Lirola; Zortea (50’ st Lusuardi), Mazzitelli (50’ st Gelli), Barrenechea, Valeri; Brescianini (33’ st Reinier), Soulé (33’ st Seck); Cheddira.

A disposizione: Frattali, Cerofolini, Marchizza, Baez, Kaio Jorge, Cuni, Garritano, Kvernadze, Ghedjemis.

Allenatore: Di Francesco

Arbitro: signor Michael Fabbri di Ravenna; assistenti Luigi Rossi di Rovigo e Davide Moro di Schio (Vi); Quarto Uomo Alberto Santoro di Messina; Var Marco Serra di Torino, Avar Massimiliano Irrati di Pistoia.

Marcatori: 16’ pt Politano (N), 5’ e 28’ st Cheddira (F), 18’ st Osimhen (N)

Note: spettatori: circa 51.177 (di cui 714 tifosi del Frosinone); angoli: 4-2 per il Napoli; ammoniti: 21’ e 53’ st st Mario Rui (N), 52’ st Okoli (F); espulso: 53’ st Mario Rui (N) recuperi: 3’ pt; 5’+2’ st

Fonte Frosinone Calcio