CALCIO – Frosinone Calcio: le parole del Presidente Maurizio Stirpe nella conferenza stampa di fine stagione

Frosinone – Il Presidente Maurizio Stirpe ha incontrato la stampa al termine della stagione per tracciare un bilancio dell’annata appena conclusa e per illustrare i nuovi obiettivi in vista della prossima. Un momento per riflettere sul percorso fatto e rilanciare con decisione verso il futuro.

“Prima di tutto vorrei parlare della stagione appena conclusa. Eravamo reduci da una retrocessione molto dolorosa. Abbiamo invitato i giocatori che non se la sentivano di proseguire con noi a cercare un futuro altrove. È stato scelto un allenatore capace di gestire le complessità che si sarebbero presentate nei mesi successivi. Malgrado un buon avvio, siamo stati penalizzati da numerosi infortuni, che hanno portato al primo snodo della stagione: l’esonero di mister Vivarini. A quel punto è iniziato un nuovo percorso con Leandro Greco, che ha fatto bene in un momento critico, con tanti indisponibili. Successivamente, con il rientro degli infortunati, i risultati sono stati meno convincenti e questo ha portato anche suo esonero. Con l’arrivo di Bianco, le prestazioni sono cresciute fino alla partita con la Sampdoria, dove si è intravista la vera identità del gruppo. Dopo quella gara, ci sono stati nuovi cali fino ai playout. Parlando proprio dei playout, voglio fare un plauso alla Lega e alla Federazione: mai come questa volta la giustizia sportiva è stata tempestiva. La sequenza degli eventi è stata chiara e inattaccabile, sia dal punto di vista della Covisoc, sia da quello della FIGC e della Lega. La giustizia ha fatto il proprio dovere in maniera perfetta. A chi dice che il Frosinone è stato fortunato, rispondo che non c’è stata fortuna: abbiamo solo rispettato le regole. Si chiude una stagione in cui l’obiettivo minimo era non fare disastri. Sapevo che sarebbe stato un anno molto difficile, ma alla fine abbiamo raggiunto il risultato sul campo. In tutto questo, devo fare i complimenti alla Primavera, che ha conquistato la promozione vincendo campionato e Supercoppa, e alla squadra femminile, che ha raggiunto la finale di Coppa Italia. Peccato per il risultato, ma restare tra le prime due è stato un traguardo importante”.

“Prima di parlare della nuova stagione, voglio ringraziare Guido Angelozzi. Il nostro è sempre stato un rapporto di stima e affetto, al quale oggi si aggiunge la gratitudine. Ha cambiato il nostro metodo di lavoro, puntando sui giovani, sulla loro valorizzazione e sul trading: un elemento fondamentale per chi, come noi, deve tenere i conti in equilibrio. Con questo approccio ha fatto scuola. Ha migliorato le relazioni esterne, rendendo la società più credibile. Il salto di qualità è anche merito suo. Oggi lascia un Frosinone più forte e più resiliente. Gli faccio i migliori auguri per la prossima tappa del suo percorso”.

“Guardando alla prossima stagione, abbiamo già individuato il nuovo direttore sportivo, che presenteremo la prossima settimana. Per quanto riguarda il nuovo allenatore, attualmente è sotto contratto con un’altra società: verosimilmente lo presenteremo nella seconda settimana di luglio. La squadra si radunerà a Ferentino il 17 luglio e partirà per il ritiro al Terminillo il 20 luglio, dove resterà fino all’8 agosto.”

“Gli obiettivi per la nuova stagione sono chiari. Il primo è il mantenimento della categoria: può sembrare scontato, ma il livello della Serie B si è alzato, e oggi i valori sono molto più equilibrati. Il secondo è il consolidamento dell’aspetto finanziario. Il terzo è il completamento delle infrastrutture: voglio due campi in sintetico e uno in erba naturale, per migliorare le strutture sia della prima squadra che del settore giovanile. Infine, l’ultimo obiettivo è quello di far crescere i nostri giovani e il settore femminile. Sarà mia premura valorizzare i ragazzi che si sono messi in mostra nella Primavera 2, perché i giovani rappresentano il nostro futuro.”

“Per la prossima stagione voglio una squadra con un’identità chiara, fatta di persone che empatizzino con il territorio. Il secondo pilastro saranno i valori: siamo seguiti da tanti anche al di fuori della provincia di Frosinone, perché rappresentiamo qualcosa di positivo. E poi voglio energia e coraggio. Voglio vedere in campo giocatori generosi, pronti a lottare, a sudare, a buttare il cuore oltre l’ostacolo per chi viene allo stadio a sostenerci”.

“Guardiamo al futuro con ambizione, cercando di correggere gli errori commessi quest’anno.”

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – Tutto sul Mondiale per club: come funziona e dove vederlo in tv

È la prima edizione del torneo quadriennale che la FIFA ha scelto di far disputare con un formato ‘mondiale’ vero e proprio

ROMA – Questa sera (le 20 locali, le 02.00 del 15 giugno in Italia) l’Hard Rock Stadium di Miami ospita Al Ahly–Inter Miami, gara inaugurale del nuovo FIFA Club World Cup.

È la prima edizione del torneo quadriennale che la federazione mondiale ha scelto di far disputare con un formato ‘mondiale ‘vero e proprio: 32 squadre divise in otto gironi e poi fase a eliminazione diretta secca dagli ottavi alla finale del 13 luglio al MetLife Stadium di East Rutherford.

UN FORMAT INEDITO

Gironi (8 da quattro squadre) con partite di sola andata. Le prime due proseguono.

Fase a eliminazione diretta: ottavi, quarti, semifinali e finale in gara unica con eventuali supplementari e rigori.

Limite per nazione: al massimo due club per Paese, salvo che più di due abbiano vinto la coppa continentale

COME SI ARRIVA AL MONDIALE

Le 32 qualificate sono state selezionate in base a due criteri:

Titolo continentale (2021-2024) – I club che hanno vinto Champions League, Copa Libertadores, Concacaf Champions Cup, AFC Champions League Elite, CAF Champions League Elite e OFC Champions League.

Ranking confederali – Completano il tabellone le squadre col punteggio migliore nelle graduatorie di UEFA, Conmebol, CAF, AFC e Concacaf calcolate sui risultati nelle coppe dal 2021 in avanti.

Il meccanismo, diverso fra un continente e l’altro, ha prodotto squilibri evidenti: 12 club europei e 11 americani contro 4 asiatici, 4 africani e uno oceaniano (l’australiano Auckland City). Non mancano eccezioni e forzature, su tutte l’invito all’Inter Miami: il club di Lionel Messi entra come rappresentante del Paese ospitante pur non avendo vinto la MLS 2024, battuta dai Los Angeles Galaxy.

LE ITALIANE IN CAMPO

Inter – Inserita nel gruppo E affronterà Monterrey (18 giugno, ore 03.00 italiane), Urawa Red Diamonds (21 giugno, ore 21.00) e River Plate (26 giugno, ore 03.00).

Juventus – Nel gruppo G debutto contro Al-Ain (19 giugno, ore 03.00), poi Wydad Casablanca (22 giugno, ore 18.00) e Manchester City (26 giugno, ore 21.00).

Entrambe si sono qualificate via ranking UEFA: il limite di due club per nazione ha escluso il Milan, mentre la mancata vittoria europea di Liverpool e Barcellona ha aperto la strada ai bianconeri.

MONTEPREMI RECORD (MA NON TROPPO)

La FIFA ha messo sul tavolo 860 milioni di euro: 450 milioni garantiti per la partecipazione (dai 3,2 milioni dell’Auckland City ai 33 milioni destinati alle big europee) e 410 milioni legati ai risultati, con 1,7 milioni per ogni vittoria ai gironi e un massimo stimato oltre i 100 milioni per la squadra campione. Cifre possibili grazie all’investimento saudita – incluso l’acquisto dei diritti globali da parte di DAZN per un miliardo di dollari – e destinate a convincere i club, soprattutto europei, a non snobbare un torneo piazzato a fine stagione.

PERCHÈ PROPRIO NEGLI STATI UNITI?

“Impianti moderni e grande entusiasmo”, spiega da tempo il presidente FIFA Gianni Infantino, che vede nel paese un banco di prova in vista del Mondiale 2026 (assieme a Canada e Messico). Eppure i precedenti non confortano: la Copa América 2024 fu segnata da stadi semivuoti, caldo e disordini. Il nuovo mondiale si distribuirà in dodici città; la finale andrà in scena nel New Jersey (82.500 posti), mentre i match dei gironi si disputeranno anche in impianti ridotti a 40-45 mila posti.

DIRITTI TV E COPERTURA IN ITALIA

Tutte le 63 partite saranno visibili gratuitamente su DAZN; una gara al giorno sarà in chiaro su Canale 5 o Italia 1 grazie all’accordo di co-esclusiva con Mediaset.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

SPORT/CALCIO – Spalletti esonerato, l’Italia cambia ct. “Io non avrei mollato”

L’ormai ex ct: “Ho creato problemi al movimento coi miei risultati. Ci sarò domani sera contro la Moldavia”. Alla domanda “ti senti tradito?” Spalletti si alza e se ne va

ROMA – “Il ct Gravina mi ha comunicato che sarò sollevato dal ruolo di ct della Nazionale dopo la gara contro la Moldavia. Mi dispiace, avrei preferito restare e provare a cambiare le cose. Ho un ottimo rapporto con Gravina, ma prendo atto dell’esonero dovuto ai risultati negativi”. E’ finita. Luciano Spalletti non è più il ct della Nazionale, l’Italia cambia sull’orlo del precipizio. A Reggio Emilia contro la Moldavia andrà comunque in panchina lui, ma troppo doloroso è stato il ko 3-0 a Oslo con la Norvegia che ha rovinato il cammino della Nazionale per la qualificazione al prossimo Mondiale. Il favorito per la successione dovrebbe essere Stefano Pioli, oggi sulla panchina dell’Al-Nassr, e non Claudio Ranieri.

Ci sarò domani sera contro la Moldavia. Ho sempre sostenuto che i miei giocatori fossero forti. I risultati sotto la mia gestione sono questi e devo assumermi la responsabilità. Io amo questa maglia, questo lavoro e i calciatori che ho allenato: domani sera chiederò loro di dimostrare ciò che ho chiesto anche se non sono stato in grado di far esprimere il meglio”.

Io non avevo nessuna intenzione di mollare, avrei preferito rimanere al mio posto. E continuar a fare il mio lavoro. È mia intenzione agevolare in ogni modo il futuro della Nazionale, è giusto non essere invidiosi. Farò la risoluzione del contratto. Ho sempre sostenuto che i miei calciatori siano forti, visto che i miei risultati sotto la mia gestione sono questi, devo assumermi le responsabilità che ho”. 

“Mi spiace non raggiungere la qualità di gioco che volevo. Sono dispiaciuto di me stesso. Accettando l’incarico sapevo che ci sarebbero stati momenti difficili. Non ci sono riuscito. Ho notato che siete stati gentili nel commentarla, probabilmente meritavo di peggio. Ho creato problemi al movimento coi miei risultati”.

“Devo prendere in considerazione ciò che viene fuori e ciò che esprime la squadra. Ero convinto non sarebbe stata una passeggiata, ma che sarei arrivato ai Mondiali. Ne sono ancora convinto: parlando con Gravina ero ancora della mia convinzione. Non mi crolla il mondo professionalmente quando perdo delle partite: ci sono paletti tra accettare la situazione, la visione e così via, ma sono molto sotto il livello perché questi sono calciatori forti. Stare a rimuginare su ciò che è stato è tempo perso. Sul passato non si può mettere mano. Ora diventa fondamentale giocare una partita degna della maglia che portiamo”.

“Se non ho trovato feeling ditemi nomi e cognomi, perché io l’ho trovato con tutti. C’è da lavorare sull’appartenenza e sulla gioia nel giocare con la Nazionale. Io sono andato sempre verso gli abbracci e comprendere tante cose. Dopo l’Europeo ho cercato di essere meno ossessivo e più ‘amico’ verso i giocatori. Non voglio chiudere con la figura dell’altra sera, ma con una bella partita. Ai ragazzi ho sempre detto che loro sono gli uomini giusti per andare al Mondiale. Ci sono state delle complicazioni, ora mi aspetto una presa di coscienza e mostrare che continuano ad essere gli uomini giusti”.

Sarei andato avanti con questo gruppo, poi prendi un’imbarcata del genere… C’è la valutazione da fare su come siamo arrivati a queste partite, sicuramente col fiato lungo. Tanti giocatori erano logori dal finale di stagione, non ci siamo arrivati benissimo. Poi, però, sono loro i miei giocatori. Anche quelli che hanno avuto infortuni erano in condizione di essere chiamati”.

“Quando ho parlato coi dirigenti che conosco ho sempre avuto il massimo della disponibilità e della comprensione. Non ricordo di avere avuto problemi particolari. Dal mio punto di vista ho pensato di non fare troppo male e quindi avendo precauzione a liberare chi non era in condizione di giocare. Se uno ha un problema viene, si guarda e si ascolta il medico. Se poi uno lo usa come escamotage per non venire in Nazionale, sarebbe bene non venisse più in Azzurro. Ma ci si fida e si creano rapporti di fiducia che sono fondamentali”.

Alla domanda “ti senti tradito da qualcuno?”, Spalletti si è alzato ed è andato via.Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CALCIO – Serie A: Juve in Champions, Lazio fuori dall’Europa, Empoli e Venezia in B

Ultima giornata show: la Roma va in Europa League, la Fiorentina in Conference grazie al Lecce che vince all’Olimpico. Salve Parma e Verona

ROMA – La Juventus raggiunge in Champions League Napoli, Inter e Atalanta, mentre la Roma prenderà parte alla prossima Europa League.

È invece la Fiorentina l’italiana che giocherà la Conference League 2025/26, mentre resta fuori dall’Europa la Lazio. Sono gli ultimi verdetti della stagione 2024/25 del campionato di serie A.

In coda, insieme al Monza retrocedono Venezia e Empoli.

Campione d’Italia: Napoli

in Champions: Napoli, Inter, Atalanta, Juventus

in Europa League: Roma, Bologna

in Conference League: Fiorentina

in Serie B: Empoli, Venezia, Monza

CALCIO – Serie A: Il fantastico 4: il Napoli è Campione d’Italia

Battuto il Cagliari 2-0. L’Inter vince a Como ma non basta. McTominay e Lukaku firmano il titolo: il Napoli è campione d’Italia

NAPOLI – Nessun Cagliari “fatal”, nessun diluvio come a Perugia, il “Maradonazo” era solo un incubo preventivo. È scudetto, il “fantastico 4” del Napoli. All’ultima giornata. In volata, con uno spasmo del suo supereroe: Scott McTominay. Una sforbiciata a tagliare ansia, scaramanzia, tremori, fatica e Inter di sponda sul Cagliari. E poi con il sigillo, la seconda firma notarile di Lukaku, in sfondamento. 2-0 al Cagliari già salvo, tanto bastava. Inter 2-0 a Como, e non sarebbe comunque bastato. Come da libretto d’istruzioni di Antonio Conte, “se l’è preso”. C’è il bollino dell’aritmetica, ora. La benedetta fumata azzurra.

Qualcuno, in ansia commerciale, aveva ricacciato dentro i magazzini le rabberciate magliette scudetto. Quelle col “4” mal-cucito sulle rimanenze del terzo titolo. Le sciarpe, le bandiere sono rispuntate timidamente in solo mattinata. Le bancarelle delle edicole allestite con pudicizia, quasi timore. Perché un gol a fil di lama – quello del 2-2 del Genoa alla terzultima giornata – e poi i patemi della penultima (con un rigore negato dal Var al minuto 96 di Parma-Napoli) avevano spento le celebrazioni prima ancora che partissero. L’attesa – il tormento – è durata un’altra settimana di riluttanza.

Arriva come uno sbuffo, questo scudetto. Non è mica la cavalcata della squadra di Spalletti, che pareva eterea, quasi un’allucinazione collettiva. La città bendata, coi fascioni soffiati dal vento a sbattere contro i palazzi. I fili tirati da un condominio a quello dirimpetto. I santini di Osimhen e Kvaratskhelia al posto dei panni stesi ad asciugare. E i sagomati di cartone 1:1. Quella è un’eco lontana. Un plastico. Due anni fa lo scudetto montò come una panna, e trovò i napoletani estenuati dalla festa precoce, dai preliminari eccessivi. Questa è una liberazione, perché quella grammatica era fuori scala. Il campionato si prende dunque a quota 82, lasciando il cruccio e l’impiccio della Champions (un fastidio da 140 milioni di euro) all’Inter. Era dai tempi del triplete di Mourinho che la marea non restava così bassa. Con la statistica dei gol segnati mai così asfittica da quando il campionato è tornato a 20 squadre. La Serie A del 2025 può raccontarsi minimalista, senza iperboli e superlativi. Operaia, si diceva una volta. Il quarto è il primo scudetto adulto del Napoli. Dopo i due di Maradona e quello atteso religiosamente per una vita (33 anni). Questo è sudato, sofferto, strappato. Di corto muso, direbbe uno che forse – chissà – abiterà quella panchina tra qualche mese. Un capolavoro di spigoli, problemi, resistenze. Con la faccia dolorosa di Antonio Conte. Con le sue movenze elettriche, le convulsioni. Gli stenti di una stagione a imbuto, campionato e basta dopo i guai della passata. Primi sì, ma niente romanticismi. Due anni fa era poesia, il Napoli di Conte è la sua versione in prosa. Ha vinto una squadra rimasta attaccata alle opportunità, con maturità ed equilibrio. Fino allo psicodramma finale. Ha assorbito tutte le asperità del cammino: le fisiologiche distrazioni dei rivali, il futuro sospeso di Conte, l’addio a Kvara senza tappare il buco (Okafor, poveretto, poteva diventare sinonimo di autosabotaggio sportivo, oltraggio al pudore). Invece ora, e soltanto ora, il Napoli può sedersi al tavolo di chi vince senza eccezionalità: due scudetti in tre anni sono una routine da Juve, Inter, Milan. Fuori dal triangolo del calcio industriale nessun’altra squadra italiana c’era mai riuscita: il Grande Torino o il Bologna ante-guerra, certo. Ma era un altro mondo, quello. Sono passati 80 anni. Il Napoli non è più un romanzo di formazione.

In attesa che ognuno se lo intesti a suo uso e consumo – è più dell’allenatore o di De Laurentiis? Di Lukaku o di McTominay? Di entrambi, di tutti – il Napoli sfata anche un mito statistico: ventidue degli ultimi ventitré scudetti, dodici consecutivi dal 2013, se li era presi una squadra che l’anno prima era andata almeno a podio. La Juve di Conte, annata 2012, ci arrivò depressa da un settimo posto. È una firma, quella di Conte. Sullo sporco lavoro che qualcuno – a quanto pare, sempre lui – deve accollarsi. Conte è un feticista delle ceneri, uno spazzacamino. Si auto-esalta nell’impresa. “Sono uno specialista della vittoria, ma anche delle sconfitte. È grazie alle sconfitte che sono diventato così duro”. E’ il suo lascito.

È venerdì, dunque, il dì di festa. La gente scivola in strada lenta, implacabile. Un po’ sorniona, quasi come Ottavio Bianchi che la sera del primo scudetto se ne stava in pigiama quando Ferlaino bussò alla porta: che fai lì Otta’, scendi, andiamo a festeggiare. Fuori dalla “zona blu” gli scooter, le auto, i clacson. Dentro, la processione a piedi. Ma stavolta c’è meno stupore, la vittoria ad anni alterni è un ritmo circadiano: non c’è sospensione della realtà, magari è questa la nuova realtà. Basta frodi nostalgiche, i ricordi patinati degli anni 80. Il quarto scudetto è uno scatto di carriera, è un “another day at the office”: un lavoro straordinario.

Il Napoli di Conte ha spezzato con la ferocia la catena di montaggio a ingranaggi perfetti a cui i tifosi s’erano rassegnati per ambire a vincere. S’è curato le ferite (alcune autoinflitte), si è perdonato gli errori e le pause. Ha fatto di necessità virtù. Realismo magico. “Amma faticà”, disse quando arrivò, Conte. E mo’, c’amma fa? “Festa. Ora dobbiamo festeggiare”. Sabato, domenica e lunedì. Il ragù ha eduardianamente “peppiato” abbastanza.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CALCIO – Serie B nel caos: il Brescia rischia il -4 che salverebbe (forse) la Samp dalla C

Un’irregolarità nei pagamenti fa scattare la penalizzazione. Si salverebbe il Frosinone: annullato il playout di domani con la Salernitana

ROMA – La Serie B chiude in “bellezza”: con un terremoto giudiziario che potrebbe stravolgerne la classifica e rimettere in gioco la già retrocessa Sampdoria. Protagonista il Brescia di Massimo Cellino, che rischia una penalizzazione da 4 punti per aver pagato tasse con crediti d’imposta… inesistenti.

Con il -4, il Brescia precipiterebbe al terzultimo posto e saluterebbe la B in compagnia di Cosenza e Cittadella. Il Frosinone, che si era visto già al playout, sarebbe salvo; la Salernitana invece ci andrebbe col vantaggio del miglior piazzamento; e la Samp verrebbe ripescata all’ultimo giro di giostra. Miracoli del regolamento.

La Lega di B ha già rinviato Salernitana-Frosinone. Il nuovo playout, se tutto sarà confermato, vedrà opposte Samp e Salernitana, con ritorno all’Arechi.

Tutta colpa di una scadenza di febbraio, quando il Brescia avrebbe dovuto versare stipendi e contributi. Peccato che, al posto del bonifico, abbia presentato allo Stato dei crediti fiscali un po’ fantasiosi. La Covisoc ha segnalato l’anomalia il 28 febbraio, ma la risposta dell’Agenzia delle Entrate è arrivata solo il 16 maggio. Una tempistica da film d’epoca, che ha costretto la Procura Figc a correre per chiudere le indagini in due giorni e passare il fascicolo al Tribunale Federale.

Ora si attende l’udienza di primo grado, forse già questa settimana. Se la condanna fosse netta, si giocherà subito il playout, fregandosene degli eventuali ricorsi. Se invece il verdetto lasciasse spazio ai cavilli, tutto rinviato.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CALCIO – Serie B: Disposto il rinvio dei Play-Out. Frosinone salvo?

Rinviate a data da destinarsi gli spareggi salvezza della Serie BKT 2024/2025 per garantire la regolarità del campionato a seguito di accertamenti federali

La Lega Serie B informa che, in considerazione della ricezione in data odierna di una Comunicazione da parte del Procuratore Federale inerente la conclusione delle indagini nei confronti di una società associata, all’esito degli accertamenti e dell’attività istruttoria svolti a seguito di segnalazione Co.Vi.So.C, ha emesso e pubblicato il C.U. n. 211 del 18 maggio 2025, nel quale si dispone il rinvio a data da destinarsi delle gare di Play-Out del Campionato Serie BKT 2024/2025, in programma il 19 e 26 maggio 2025 come da CC.UU. 202 del 10 maggio 2025 e 209 del 14 maggio 2025.

Ravvisato nella Comunicazione l’intendimento allo stato della Procura Federale di procedere al deferimento in ordine a fatti che potrebbero determinare la violazione di norme la cui sanzione potrebbe avere impatto sulla classifica finale del Campionato in corso e, per l’effetto, sulla programmazione delle gare di Play-Out, la decisione risulta motivata dalla necessità di garantire, come da prerogativa statutaria, i principi dell’equa competizione e della regolarità del Campionato, nonché salvaguardare le esigenze organizzative e di programmazione sportiva dei Club.

A seguito di questa determina, le date di svolgimento dei Play-Out verranno riprogrammate in considerazione dell’evolversi della vicenda oggetto della Comunicazione richiamata in apertura.

CALCIO – Serie B: Sassuolo – Frosinone 0-1, il tabellino e la conferenza stampa di mister Bianco

Sassuolo – Russo, Odenthal, Lovato (dal 45’st Muharemovic), Paz (dal 45’st Missori), Pieragnolo, Lipani, Volpato (dal 72′ Leone), Ghion, Iannoni (dal 45’st Verdi), Pierini, Moro. 

A disposizione: Satalino, Doig, Mulattieri, Berardi, Obiang, Romagna, Laurienté, Skjellerup. 

Allenatore: Grosso

Frosinone – Cerofolini, Monterisi, Lucioni, Bettella (dal 86′ Cittadini), Oyono J. (dal 87′ Lusuardi), Vural, Bohinen, Kone, Oyono A. (dal 70′ Bracaglia), Ambrosino (dal 58′ Pecorino), Partipilo (dal 58′ Kvernadze). 

A disposizione: Sorrentino, Ghedjemis, Canotto, Distefano, Barcella, Grosso, Cichella. 

Allenatore: Bianco

Arbitro: Ivano Pezzuto della sezione di Lecce

Assistenti: Paolo Bitonti della sezione di Bologna e Simone Biffi della sezione di Treviglio

Quarto Ufficiale: Maksym Frasynyak della sezione di Gallarate

Var: Matteo Gariglio della sezione di Pinerolo

Avar: Marco Piccinini della sezione di Forlì

Marcatori: 38′ (Rig.) Bohinen

Ammoniti: 12′ Kone, 13′ Iannoni, 35′ Oyono J., 80′ Monterisi

Totale spettatori: 4516 Ospiti: 210

CONFERENZA STAMPA POST PARTITA MISTER BIANCO

Reggio Emilia – Al termine della sfida del Mapei Stadium, conclusa con la vittoria del Frosinone per 0-1 sul Sassuolo, Paolo Bianco ha analizzato la prestazione dei suoi giocatori in conferenza stampa.

Cosa pensa Paolo Bianco di questa serata e di questo risultato?

“Da quando sono arrivato a Frosinone, dopo dodici partite, la squadra sarebbe terza in classifica, dietro solo a Pisa e Sassuolo. Penso che questi ragazzi abbiano fatto qualcosa di straordinario. Capisco la delusione negli occhi dei miei giocatori, perché speravano di raggiungere la salvezza già questa sera. Credo però che vadano applauditi, perché aver fatto — da quando sono arrivato — meno punti solo di Pisa e Sassuolo è qualcosa di eccezionale. Non bisogna essere delusi, ma felici per quanto fatto finora. Manca l’ultimo tassello: giocheremo la doppia sfida con la Salernitana con la carica giusta, recuperando e preparandoci bene per questa partita”.

Adesso inizia un altro campionato. Come si prepara questa doppia sfida con la Salernitana?

“Prepariamo questa doppia sfida come abbiamo fatto in queste dodici gare: studieremo bene l’avversario, provando a batterlo. L’obiettivo di tutti noi è mantenere la categoria, che sarebbe qualcosa di importantissimo per tutta Frosinone”.

Da quando è arrivato, il rendimento è migliorato, ma l’attacco continua ad avere qualche problema. Cosa pensa di fare per migliorare questo aspetto?

“In dodici partite la squadra ha segnato sedici gol: un bottino abbastanza buono per una squadra che deve salvarsi. Non sono preoccupato, perché i gol li abbiamo distribuiti tra tanti giocatori. Ci sono molti ragazzi che possono segnare in vari modi, tra difensori e centrocampisti, oltre agli attaccanti”.

Cosa dirà alla squadra per affrontare al meglio due partite così importanti?

“Credo che, nelle vittorie ottenute — escludendo quella contro la Sampdoria — gli episodi ci abbiano dato ragione. Invece, nelle sfide con Cosenza, Cittadella e Spezia, meritavamo molto di più, ma gli episodi hanno pesato parecchio. Credo che, nell’arco di dodici partite, i venti punti guadagnati siano giusti. Per questa doppia sfida dobbiamo prepararci bene e studiarli, perché c’è stato un cambio di allenatore e quindi l’approccio tattico e mentale sarà diverso”.

Che Salernitana si aspetta rispetto a quella affrontata al suo esordio?

“In questo momento non so rispondere con certezza, perché finora eravamo concentrati su altre squadre. Però, conoscendo mister Marino, sarà una Salernitana molto più propositiva rispetto a quella vista al mio esordio. È una squadra che cerca sempre di fare un gol in più degli avversari, quindi sarà una sfida molto diversa”.

Pensa di portare la squadra in ritiro in vista di questa doppia sfida così delicata?

“Il ritiro, in questo momento, è l’ultimo dei miei pensieri. Adesso la cosa importante è far recuperare bene la squadra e prepararla al meglio per la doppia sfida con la Salernitana”.

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – Serie B: Palermo – Frosinone 2-0, il tabellino e la conferenza stampa di mister Bianco

Palermo – Audero, Diakité (dal 77′ Di Mariano), Nikolau, Baniya, Pierozzi, Blin, Gomes (dal 90′ Vasic), Segre (dal 77′ Ranocchia), Brunori (dal 90′ Le Douaron), Di Francesco (dal 70′ Lund), Pohjanpalo. 

A disposizione: Desplanches, Sirigu, Hansen, Insigne, Henry, Buttaro, Verre. 

Allenatore: Dionisi

Frosinone – Cerofolini, Monterisi, Bettella, Lusuardi (dal 64′ Oyono A.), Oyono J., Bohinen, Kone (dal 93′ Grosso), Bracaglia (dal 49’st Ambrosino), Ghedjemis (dal 64′ Partipilo), Pecorino (dal 93′ Cichero), Kvernadze. 

A disposizione: Sorrentino, Cittadini, Vural, Lucioni, Canotto, Barcella, Cichella. 

Allenatore: Bianco

Arbitro: Federico Dionisi della sezione di L’Aquila

Assistenti: Claudio Barone della sezione di Roma 1 e Francesco Luciani della sezione di Milano

Quarto Ufficiale: Giuseppe Vingo della sezione di Pisa

Var: Luca Pairetto della sezione di Nichelino

Avar: Matteo Mercenaro della sezione di Genova

Marcatori: 30′ Brunori, 48’st Brunori

Ammoniti: 81′ Blin, 82′ Brunori

Totale spettatori: 20.556

La conferenza stampa di Mister Bianco

Palermo – L’analisi post gara in conferenza stampa dell’allenatore giallazzurro Paolo Bianco dopo la sconfitta per 2-0 al Renzo Barbera contro il Palermo.

Mister, anche oggi molti tiri verso lo specchio della porta ma non riusciamo a realizzare. Qual è la chiave per potersi salvare?

“Crederci. La chiave è questa perché abbiamo ancora delle chance. Non è ancora finita e fin quando ci sono delle possibilità ci dobbiamo far trovare pronti. Anche oggi i ragazzi hanno fatto una grandissima prestazione e faccio fatica a rimproverargli qualcosa. Peccato che con gli unici due tiri verso la porta abbiamo subito gol”.

Oggi il Frosinone ha giocato con la difesa a tre senza Lucioni in campo. È stata una scelta sua oppure aveva qualche problema?

“Volevamo fare una partita aggressiva senza palla. Per Fabio, anche per l’età che ha, è necessario che ci sia una situazione tattica diversa. Se si concede molto spazio di manovra agli attaccanti, non è la partita ideale per lui”.

Tra i tifosi lo stato d’animo è negativo, com’è invece negli spogliatoi? 

“In questo momento, ovviamente, non sono felici. Ho detto loro dopo la partita di alzare subito la testa perché abbiamo ancora un’altra partita da giocare. Poi in base al risultato faremo le valutazioni necessarie, con la speranza di disputare quanto meno i play-out”.

Come si affronteranno i prossimi tre giorni in vista della gara di Sassuolo?

“Si affronteranno come abbiamo fatto per tutte le altre gare. Ad oggi ci giocheremmo la salvezza con i play-out ma abbiamo ancora una partita da disputare e cercheremo di fare risultato. Dipenderà sia da noi che dalle altre squadre. Se dovessimo andare a giocare i play-out lo faremmo con la massima attenzione e con la voglia di rimanere in questa categoria. Perché se lo meritano i tifosi, il presidente, la società e tutti coloro che lavorano qui”.

Dovesse rigiocare di nuovo questa partita, farebbe giocare ancora Pecorino centravanti?

“Si, ha fatto una grande partita, con un ottimo apporto fisico in area di rigore. Ha avuto dei difensori ostici con cui si è confrontato ma ha tenuto benissimo il confronto prendendosi anche un sacco di falli. Ha avuto anche una grossa chance per riaprire la partita ma è stato sfortunato. ma nel computo totale ha fatto una buona partita”.

La squadra ha palleggiato molto come da lei richiesto, questo palleggio a tratti è sembrato sterile. Il merito è del Palermo oppure è un demerito del Frosinone?

“Credo tutte e due le cose. Oggi il Palermo giocando con un pubblico che contestava, ha tirato fuori l’orgoglio che ti fa dare qualcosa in più. Noi abbiamo creato tante occasioni con due gol annullati e un’azione con Pecorino che per poco non ha segnato. Nella prima frazione di gioco siamo andati molte volte in area di rigore ma non siamo riusciti a fare il tiro giusto. Dobbiamo ripartire con fiducia da questa partita perché anche oggi la squadra ha dimostrato che c’è e sta bene. Dobbiamo essere bravi ovviamente a non subire gol nelle poche occasioni che concediamo e sfruttare tutte quelle che abbiamo”.

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – Serie B: Frosinone – Cittadella 1-1, il tabellino e le parole di mister Bianco post gara

Frosinone – Cerofolini, Oyono J., Monterisi, Bettella, Marchizza (dal 21′ Bracaglia), Bohinen, Vural (dal 81′ Cichella), Kone, Partipilo (Dal 64′ Ghedjemis), Ambrosino (dal 64′ Pecorino), Kvernadze (dal 64′ Begic).

A disposizione: Sorrentino, Cittadini, Lucioni, Oyono A., Distefano, Barcella, Lusuardi. 

Allenatore: Bianco

Cittadella – Kastrati, Carissoni, Pavan, Angeli, Masciangelo, D’Alessio (dal 58′ Tessiore), Amatucci, Palmieri (dal 58′ Voltan), Vita (dal 38′ Desogus), Rabbi (dal 67′ Pandolfi), Okwonkwo. 

A disposizione: Cardinali, Maniero, Salvi, Casolari, Matino, Piccinini, Sanogo. 

Allenatore: Dal Canto

Arbitro: Kevin Bonacina della sezione di Bergamo

Assistenti: Edoardo Raspollini della sezione di Livorno e Mattia Scarpa della sezione di Reggio Emilia

Quarto Ufficiale: Antonio Di Reda della sezione di Molfetta

Var: Luca Zufferli della sezione di Udine

Avar: Rodolfo Di Vuolo della sezione di Castellammare di Stabia

Marcatori: 37′ Ambrosino, 73′ Okwonkwo

Ammoniti: 45′ Amatucci, 57′ Palmieri, 60′ Masciangelo, 88′ Tessiore

Totale spettatori: 10.751

Le parole di Mister Bianco dopo la partita

Frosinone – Al termine del match pareggiato contro il Cittadella, mister Paolo Bianco ha analizzato la prestazione della squadra in conferenza stampa.

Mister, non è l’epilogo che ci aspettavamo dopo un buon primo tempo giocato. Equivale a una partita persa?

“Penso che oggi abbiamo perso due punti, proprio per la mole di occasioni create. Il risultato non è certo quello che ci aspettavamo. Abbiamo creato molto di più rispetto ad altre partite. Nella prima parte, il Cittadella ha fatto una grande pressione e ci ha messo in difficoltà, ma siamo stati bravi a eludere la loro aggressività e a creare occasioni da gol. Oggi abbiamo fatto ventidue tiri nello specchio della porta, e credo che dobbiamo riuscire a finalizzare meglio.”

Dopo il pareggio subito, la squadra è apparsa impaurita. È così?

“Dopo il gol subito la squadra, ovviamente, si è un po’ impaurita, ma credo sia normale. Allo stesso tempo, però, abbiamo continuato a creare occasioni da gol, anche se non siamo stati bravi a inquadrare la porta.”

Mancano due partite: che speranze abbiamo da qui alla fine del campionato?

“Come ho detto anche a Pisa, abbiamo ancora la speranza di salvarci. Oggi, sicuramente, il risultato fa male. Non sono contento della prestazione, ma io sono qui per salvare il Frosinone. Ci credo fino in fondo.”

Ventidue tiri, una sola marcatura: c’è evidentemente difficoltà nel finalizzare. Come si lavora con questo peso sulla testa nelle prossime due partite?

“Da quando sono arrivato a Frosinone, con il mio staff abbiamo lavorato per mettere i ragazzi in condizione di fare gol, con esercizi mirati. Nelle prime partite abbiamo segnato con più facilità, nonostante avessimo creato meno. Ovviamente, credo che servano equilibrio e senso di responsabilità. Chi non se la sente di affrontare quest’ultima fase del campionato, può restare a casa.”

La squadra è apparsa a tratti timorosa. Ci può spiegare l’episodio da cui nasce il gol del Cittadella?

“Il gol nasce da un nostro calcio d’angolo. Masciangelo lancia in diagonale il suo compagno di squadra, che approfitta del vuoto in difesa e va in porta. Dispiace, perché sull’unica vera occasione concessa al Cittadella abbiamo subito gol. Bisogna analizzare tutti questi fattori con equilibrio e ripartire a testa alta.”

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