SPORT – Addio a Eriksson, gentiluomo e giramondo che ha conquistato l’Italia

Nel 2000 lo storico scudetto con la Lazio. In sua memoria verrà osservato un minuto di raccoglimento su tutti i campi di Serie A

di Francesco Demofonti e Ugo Cataluddi

ROMA – “Ho avuto una buona vita. Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi, sorridete. Grazie di tutto, allenatori, giocatori, il pubblico, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela. Ciao”. Sono le parole con cui Sven-Goran Eriksson, scomparso oggi a 76 anni per un cancro al pancreas che gli era stato diagnosticato nel 2023, ha salutato qualche giorno fa il mondo del pallone per l’ultima volta, in un emozionante documentario su Amazon Prime intitolato ‘Sven‘.

“Dopo una lunga malattia, Sven Goran-Eriksson è morto questa mattina a casa, circondato dalla famiglia” il testo invece della notizia ufficiale arrivata in un comunicato stampa diramato ai media britannici dai familiari del tecnico svedese.

Un video commovente quello di Sven-Goran Eriksson, noto anche con il diminutivo di ‘Svennis’, che aveva emozionato tutti gli amanti del calcio. In Italia lo ricorderanno sicuramente con particolare affetto i tifosi della Lazio: sulla panchina biancoceleste Eriksson vinse infatti lo scudetto nella stagione 1999/2000 all’ultima giornata, al termine di un incredibile testa a testa con la Juventus.

Nel nostro Paese Eriksson ha allenato anche Roma, Fiorentina e Sampdoria. Nella sua bacheca ‘italiana’ trovano spazio 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa europea con la Lazio, 4 Coppe Italia vinte con Lazio (2), Roma e Sampdoria, e 2 Supercoppe italiane conquistate sempre con i biancocelesti.

L’INIZIO DA ALLENATORE IN SVEZIA NEL 1976

La carriera da allenatore inizia nel gennaio del 1976 in Svezia, quando a 27 anni approda al Degerfors. Il primo grande successo arriva nel 1982, quando sulla panchina dell’Ifk Göteborg conquista campionato, Coppa di Svezia e Coppa Uefa. Allena anche in Portogallo: con il Benfica vince subito la Primeira Liga e la Coppa di Portogallo, per poi disputare una finale di Coppa Uefa e una di Coppa dei Campioni.

Per quest’uomo dal sorriso gentile si aprono anche le porte della Nazionale. Ma non è quella di casa: dal 2001 al 2006 diventa infatti il commissario tecnico dell’Inghilterra. L’anno dopo è sulla panchina del Manchester City dove, però, chiude al nono posto.

Nel 2008 è in Messico, dove diventa ct della selezione del Paese centroamericano ma viene licenziato dalla Federazione al termine di una serie di risultati negativi. Due anni dopo Svennis viene ingaggiato dalla Costa d’Avorio ma, anche in questo caso, le cose non vanno bene e la Nazionale africana non si qualifica per il secondo turno dei Mondiali che si disputano in Sudafrica nel 2010. Lasciato l’incarico, l’allenatore svedese torna lo stesso anno sulla panchina di un club della ‘perfida Albione’: firma infatti per il Leicester City ma viene esonerato il 24 ottobre 2011.

L’ESPERIENZA IN ASIA

A seguire, avventure in Thailandia e a Dubai, in quest’ultimo caso come dt dell’Al-Nasr. Nel giugno del 2013 il giramondo Eriksson vola in Cina, dove rimane fino al 2017 allenando Guangzhou R&F, Shanghai Sipg e Shenzhen. L’esperienza in Asia si conclude nel 2018, quando Eriksson decide di sedersi sulla panchina della Nazionale delle Filippine. Anche in questo caso il matrimonio è poco felice: dopo tre sconfitte nella rassegna continentale, viene esonerato il 25 gennaio 2019.

Da una parte all’altra del mondo non sarà facile non dispiacersi per la scomparsa di Eriksson. Tutti i tifosi hanno amato questo allenatore-gentiluomo. Ciao Svennis.

FIGC: “MINUTO SILENZIO SU TUTTI I CAMPI PER MORTE ERIKSSON”

“La notizia della sua morte- dichiara il presidente della Figc Gabriele Gravina- è un grande dolore per il calcio italiano. Apprezzato e rispettato per le sue qualità tecniche e umane, Sven-Goran è stato un grande allenatore la cui memoria rimarrà legata per sempre all’Italia. La sua testimonianza di amore per il calcio e per la vita ha commosso tutti e unisce i tifosi, senza alcuna distinzione, in un lungo ed emozionante applauso”.

In sua memoria verrà osservato un minuto di raccoglimento su tutti i campi di Serie A (maschile e femminile) e Serie B prima delle gare in programma oggi e nella prossima giornata di campionato.

MELONI: “ERIKSSON HA LASCIATO SEGNO INDELEBILE, VICINA A FAMILIARI”

“‘Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi, sorridete. Grazie di tutto, allenatori, giocatori, il pubblico, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela’. Si è spento oggi Sven Goran Eriksson, allenatore che ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio, guidando nella sua lunga carriera anche le panchine di Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, con la quale ha vinto uno storico Scudetto. Lo scorso gennaio aveva annunciato di avere un tumore al pancreas in fase terminale, una malattia che ha affrontato con coraggio e grande umanità. Un pensiero di vicinanza ai suoi familiari e ai suoi cari. Riposa in pace”, così la premier Giorgia Meloni su Facebook.

FONTANA: “ADDIO A ERIKSSON, SUA SAGGEZZA E SUO SORRISO CI MANCHERANNO”

“Addio Sven-Goran Eriksson. È stato un vero Signore del calcio che ha dato tanto anche all’Italia dello sport. La sua saggezza, la sua passione e il suo sorriso, sempre presente anche nei momenti difficili, ci mancheranno. Ci lascia con tanti ricordi e insegnamenti. L’ultimo è racchiuso nelle sue stesse parole: ‘Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela’. Grazie Mister, buon viaggio”. Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana in una nota.

FIORENTINA: “CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI ERIKSSON”

“La Fiorentina si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa di Sven Göran Eriksson. Il tecnico svedese ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico viola dal 1987 al 1989”, scrive la società sul proprio sito.

ROMA: “CLUB PIANGE ERIKSSON, UN PENSIERO AI SUOI FAMILIARI”

“Il club piange la scomparsa di Sven Goran Eriksson. Ha guidato i giallorossi dal 1984 al 1987 conquistando una Coppa Italia. Il nostro pensiero va ai suoi familiari in questo momento di dolore”. Con questo messaggio la Roma ha ricordato Eriksson.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CALCIO – Serie B: Frosinone – Sampdoria, post partita, le parole di mister Vivarini

FROSINONE – Le dichiarazioni, dopo il pareggio casalingo contro la Sampdoria, dell’allenatore del Frosinone Vincenzo Vivarini;

Mister come ha visto la gara? sarebbero stati tre punti meritati questa sera?

Oggi eravamo in emergenza, abbiamo fatto esordire dei giovani in categoria. La nostra è ancora una condizione atletica precaria e tutte queste situazioni mi fanno dire che possiamo crescere tantissimo. Bisogna prendere per buona la prestazione e soprattutto fissare i miglioramenti che facciamo. Eravamo rimasti sorpresi della mancanza di lotta contro il Pisa. Questa sera devo fare i complimenti a chi è entrato. Hanno lottato come leoni e dimostrato di avere gli attributi. Abbiamo giocato contro una squadra con giocatori straordinari. Dobbiamo sistemare tante cose, ma abbiamo visto cosa è capace di fare questo gruppo. L’obiettivo è quello di crescere sotto tutti gli aspetti.

Oyono J. oggi forse il migliore in campo. Cuni come lo ha visto?

In questo momento dobbiamo pensare alla squadra e parlare poco delle individualità. Cuni ha corso con tutta la cattiveria possibile e tutto il tempo con la squadra. Ha delle potenzialità enormi. Questa squadra si è rinnovata dopo un mese. Cerchiamo di dare forza a tutti e dobbiamo farlo per tutto il campionato. Al di là dell’aspetto tattico dobbiamo metterli in condizione di rendere al meglio.

Si deve lavorare a gestire alcune situazioni?

Bisogna capire dove andare a migliorare. Abbiamo avuto una gestione approssimativa in alcune fasi della partita. Lavoriamo in fase di non possesso e dobbiamo curare molto l’aspetto tattico. Arriveremo sicuramente al momento in cui la squadra saprà gestire tutte le fasi della partita

Cosa è mancato questa sera per portare a casa i 3 punti?

Le partite positive si fanno anche con alcuni episodi a favore. Abbiamo creato tanto e preferisco guardare alla prestazione piuttosto che il risultato. Andiamo avanti così.

Contento dell’esordio di Bracaglia?

Queste sono le soddisfazioni vere, oggi sono contentissimo di aver fatto esordire Vural e Bracaglia. Vural è acerbo ma ha ottime prospettive. Bracaglia ha lavorato sempre bene in preparazione, sempre attento e concentrato. Mi è piaciuto lo spirito che ha avuto.

Un commento sul pubblico?

Frosinone è una città dove il calcio è seguito. Uno stadio così in Italia non si trova facilmente. Dobbiamo essere bravi a riempirlo tutte le domeniche.

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – Serie B: Frosinone – Sampdoria 2-2 il tabellino

Frosinone – Cerofolini, Monterisi, Marchizza, Bracaglia, Oyono J., Gelli, Darboe (dal 85′ Vural), Oyono A. (dal 74′ Kvernadze), Ghedjemis (dal 85′ Garritano), Ambrosino (dal 60′ Distefano), Cuni (dal 60′ Pecorino). 
A Disposizione: Frattali, Zaknic, Kalaj, Lusuardi, Cichella, Bouabre, Sene. 
Allenatore: Vivarini

Sampdoria – Ghidotti, Romagnoli, Bereszynski, Vulikic, Venuti ( dal 64′ Depaoli), Ioannou, Venuti, Yepes, Bellemo (dal 64′ Benedetti), Tutino (dal 71′ Sekulov), Akinsanmiro (dal 84′ Vieira), Coda (dal 84′ Giordano). 
A Disposizione: Vismara, Ricci, Kasami, Meulensteen, La Gumina, Ferrari, Veroli. 
Allenatore: Pirlo

Arbitro: Rosario Abisso della sezione di Palermo

Marcatori:  44′ pt Ambrosino, 54′ st Venuti, 67’st Coda, 80′ st Distefano

Ammoniti: 28′ pt Monterisi, 30′ pt Romagnoli, 62’st Marchizza, 70’st Vulikic

Espulsi: 82′ st Ioannou

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO/SERIE A – Le parole del Presidente Maurizio Stirpe nel post gara di Frosinone Udinese

FROSINONE – Nei momenti di difficoltà come può essere quello di una retrocessione maturata nei 15’ finali, è un presidente come Maurizio Stirpe a giocare la partita. Mettendoci la faccia, la voce, anche una naturalissima emozione. Lo aveva detto in tempi non sospetti, il 9 luglio, il giorno della presentazione di mister Di Francesco: “Se dovessimo salvarci il merito sarà tutto di altri, in caso contrario mi prenderò io le responsabilità”. Lo ha ribadito a distanza di 10 mesi, in rapida successione alle tv e in conferenza stampa. Era successo già nel post-gara di Frosinone-Foggia del giugno di 6 anni fa. Quella volta la coda della stagione fu diversa.

“Il calcio è questo bisogna saper accettare il risultato del campo – le sue parole a Dazn –. Quest’anno siamo arrivati ad un soffio dalla salvezza, secondo me con un pizzico di capacità nel saper gestire certi episodi durante il campionato non saremmo arrivati a questa corrida finale. Purtroppo anche stasera non penso che l’Udinese abbia meritato di vincere però ci è capitato tante volte quest’anno di aver pareggiato o perso contro squadre che secondo me ai punti non avrebbero meritato certamente di averci superato sul campo. Evidentemente abbiamo dei limiti, bisogna ripartire da quelli e cercare di migliorare. La serie A è un campionato molto difficile, ci sono squadre molto attrezzate, ci sono squadre che hanno tante tradizioni e noi dobbiamo prendere esempio da queste, strutturarci meglio. Se avremo la forza di riprovarci un giorno faremo tesoro di questa esperienza negativa e di questa serata amarissima. E’ una serata difficile per tutti, anche per Eusebio soprattutto alla luce di valori che abbiamo saputo esprimere durante il campionato e che purtroppo avrebbero meritato miglior risultato. Abbiamo avuto dei limiti pagati a caro prezzo negli ultimi 15’ del campionato. C’è molto rammarico da questo punto di vista ma ci sarebbero tante occasioni che non siamo stati capaci di sfruttare e gli altri invece sono stati bravi a capitalizzare le loro. Io non credo alla sfortuna o alla fortuna, credo che bisogna essere più bravi degli altri per saper ottenere i risultati sul campo. Noi anche se in un modo molto rocambolesco, che lascia l’amaro in bocca a tutti quelli che hanno tenuto alle sorti del Frosinone, non siamo stati capaci. Bisogna ripartire dai limiti e dagli errori se uno vuole rimanere nel mondo professionistico che conta. Ripartire da Di Francesco? Adesso è prematuro. Io penso che quando accadono fatti di questo genere bisogna sentirsela di tornare e riproporsi e ci vuole anche la testa libera e una disponibilità che ognuno deve ricercare in se stesso”.

Il presidente Stirpe si è poi spostato in sala conferenza dove c’erano i cronisti ad attenderlo.

Presidente, un pensiero su questa serata dai mille risvolti.

“Evidentemente c’è una grande amarezza per l’epilogo. Se uno pensa che fino a 15’ dalla fine del campionato noi avevamo una certa posizione, prima evaporata per il gol dell’Udinese che non credo fosse un vantaggio meritato. Nel secondo tempo non ho visto loro occasioni, tranne il gol. Se stasera c’era una squadra doveva vincere era il Frosinone. Evidentemente abbiamo dei limiti che abbiamo avuto durante il campionato e che spesso hanno reso labile il confine tra una grande impresa e una grande disfatta. Non dobbiamo appellarci alla sconfitta di stasera. Se alla fine non siamo stati capaci di materializzare le grandi opportunità avute, dobbiamo pensare ai nostri demeriti. Non appellarci alla sfortuna o alla dietrologia che spesso c’è in queste situazioni. Siamo stati meno bravi degli altri, bisogna far tesoro degli errori fatti. Poi se saremo capaci, saper ripartire”.

Uno spettacolo di pubblico, cosa si sente di dire ai tifosi?

“Io sono solidale con la loro delusione. Non si può impedire ai tifosi di essere delusi dopo un campionato del genere. Ci hanno sempre sostenuto, mi dispiace soprattutto per loro. Anche stasera abbiamo provato a mettere in campo quanto avevamo. Onore agli avversari, sono stati più bravi a capitalizzare il poco che hanno fatto”.

Cosa ha detto al mister e cosa ha detto il mister? E quanto tempo prenderà per riprogrammare la stagione?

“In ogni caso avevo intenzione di iniziare la programmazione tra 3 settimane, con una conferenza stampa. Lo faremo anche in questo caso, a fronte della retrocessione. Bisogna avere il tempo giusto, tutti, per metabolizzare. Un risultato molto amaro. Ma abbiamo il dovere di ripartite. Se ci fossimo salvati il merito sarebbe stato tutto dei ragazzi, se non ci fossimo salvati il demerito e la responsabilità me la sarei presa tutta io: questa è una frase che dissi in tempi non sospetti. Durante l’anno non mi avete mai visto, la mia presenza qui testimonia l’applicazione coerente di quel pensiero. Tra 3 settimane saremo in grado di capire quale progetto riusciremo a mettere in campo”.

Il Frosinone a metà stagione veleggiava a metà classifica. Ma aveva evidenziato dei limiti come da lei accennato. Ha qualche piccolo rammarico per non essere intervenuto?

“Noi siamo rimasti coerenti ad un progetto: non è importante vincere ma il modo col quale si vince. L’unico fallimento che considero è il fallimento di una Società, quello lo ritengo irreparabile. La nostra Società ha potuto mettere in campo quello che poteva, non si è messa in tasca nulla. Il nostro modo di fare calcio era e rimane questo. Sostenibilità, valorizzazione dei giovani e del marchio e sviluppo delle infrastrutture: questi i punti cardine di questi ultimi 3 anni, che restano tali. Lo abbiamo fatto e lo faremo anche nelle prossime stagioni, a prescindere dalla categoria. Cosa si sarebbe potuto fare di più? Bisognerebbe porsi la domanda sui difensori che ci sono mancati, ad un certo punto della stagione ne abbiamo persi 7. Non ho visto o letto un’enfasi particolare. Se avessimo avuto la stessa situazione che abbiamo avuto a partire dall’ultima sosta, dal mese di marzo, non saremmo arrivati a giocarci la salvezza all’ultima giornata”.

Presidente, il Frosinone stecca la partita più importante della stagione.

“Il Frosinone non ha steccato la partita questa sera. Il Frosinone si è trovato davanti un portiere che ha fatto la differenza, a parte i legni che ha preso. Riguardate bene la partita senza farvi influenzare dal risultato. Era giusto perdere questa partita? Io penso di no”.

La curva ha scritto Ti amo. Lei tornando a casa dirà la stessa cosa?

“Io non debbo dire o fare. Io ho una storia di 21 anni che spetterà a voi un giorno saper giudicare o vedere se è coerente con un senso di appartenenza e affatto. Non posso dirlo io, devono dirlo gli altri”.

Infine il passaggio a Rai Sport.

“Onestamente nel corso della stagione non siamo stati bravi a capitalizzare le tante occasioni create per poter evitare di arrivare all’ultima giornata in questa condizione. Evidentemente – ha detto Maurizio Stirpe – abbiamo palesato dei limiti, né appellarci alla sfortuna o altre chiacchiere ma far tesoro degli errori commessi. Provando a non ripeterli. Da cosa ripartiamo? Dai quattro pilastri sui quali so fonda la Società: la sostenibilità economico-finanziaria, lo sviluppo del settore giovanile, la valorizzazione del brand e lo sviluppo delle infrastrutture. Continueremo a fare calcio in questo modo, se ci verrà data la possibilità. Tenendo bene a mente che non è importante vincere ma il modo in cui si vince. Secondo me – spiega il Presidente – dobbiamo fare dei salti di qualità nel settore medico, noi siamo stati 2 mesi in una condizione nella quale di 11 difensori in organico ne avevamo fuori 7. Si potrà dire: i medici che c’entrano? Probabilmente quello è un settore dove dovremo fare uno sforzo maggiore per evitare di trovarci in questa situazione. Probabilmente se avessimo potuto disputare il campionato con una maggiore normalità, non ci saremmo trovati a giocarci tutto in 90’. Quando non meritavamo un epilogo del genere. Io penso che anche la partita di stasera sia l’epilogo di quella che è stata la nostra stagione: abbiamo trovato davanti un portiere in uno stato di grazia, qualche situazione potevamo gestirla meglio. Quando non capitalizza alla fine – conclude il massimo dirigente del Frosinone – c’è il rischio che alla fine prendi gol alla prima occasione creata dagli avversari. E non è questa la prima volta che accade. Purtroppo è capitato a noi, in un momento amaro a pochi minuti di distanza da un traguardo che sarebbe stato secondo me meritato tagliare in modo diverso”.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

CALCIO/SERIE A – Ritorno immeritato in serie B: Frosinone – Udinese 0-1. Il tabellino

FROSINONE – Il Frosinone perde 1-0 la sfida-salvezza con l’Udinese, l’Empoli batte la Roma (2-1) in pieno recupero e per i giallazzurri c’è il ritorno in serie B. Immeritata. I giallazzurri dominano la partita dopo uno sbandamento iniziale, colpiscono due legni con Soulé e Brescianini e sbattono su un Okoye in formato ‘monstre’ che nega il gol in almeno 4-5 occasioni.

FROSINONE (3-4-1-2): Cerofolini; Lirola (40’ st Cuni), Romagnoli, Okoli; Zortea (49’ st Monterisi), Barrenechea, Brescianini (41’ st Gelli), Valeri; Harroui (40’ st Reinier); Soulé (40’ st Ghedjemis), Cheddira.

A disposizione: Frattali, Palmisani, Marchizza, Baez, Garritano, Kvernadze, Ibrahimovic, Bonifazi, Mazzitelli, Lusuardi.

Allenatore: Di Francesco

UDINESE (3-4-2-1): Okoye; Perez, Bijol, Kristensen; Ehizibue (13’ st Joao Ferreira), Walace, Payero, Kamara (41’ st Zemura); Samardzic, Brenner (1’ st Davis); Lucca.

A disposizione: Padelli, Mosca, Ebosele, Zarraga, Abankwah, Tikvic, Thauvin, Kabasele, Giannetti, Pereyra.

Allenatore: Cannavaro.

Arbitro: signor Daniele Doveri di Roma 1; assistenti Stefano Alassio di Imperia e Valerio Colarossi di Roma 1. Quarto Uomo Fabio Maresca di Napoli; al Var Aleandro Di Paolo di Avezzano (AQ), Avar Daniele Paterna di Teramo.

Marcatore: 31’ st Davis (U)

Note: spettatori totali: 16.010; abbonati: 10.684; biglietti; 5.326 (di cui 770 ospiti); totale incasso compreso rateo abbonamenti: euro 387.249,57; angoli: 11-2 per il Frosinone; ammoniti: 21’ st Perez (U), 31’ st Davis (U); espulsi: al 24’ pt Milana (team manager del Frosinone) e Carnevale (ds dell’Udinese); recuperi: 3’ pt; 5’ st

Fonte Frosinone Calcio

ARCE/SPORT/CALCIO – L’Amministrazione comunale festeggia la promozione nel prossimo campionato di Eccellenza dell’US Arce

ARCE – Si è svolta venerdì scorso alle 17.30, nella sala del Consiglio Comunale di Arce, la cerimonia di premiazione per la promozione dell’U.S. Arce 1932 in Eccellenza: un momento di ringraziamento e felicitazioni da parte dell’Amministrazione a dirigenti, tecnici e giocatori del sodalizio sportivo per l’importante vittoria ottenuta che segna il passaggio della squadra cittadina, dopo due anni, nella più alta serie calcistica regionale.

La cerimonia è stata aperta dai saluti del Sindaco Luigi Germani, dell’Assessore alla Cultura e Turismo Alessandro Proia, del Consigliere Comunale delegato allo Sport Alessandro Simone. Hanno portato le loro felicitazioni anche gli Assessori Sara Petrucci ed Elisa Santopadre e il Consigliere delegato alle Politiche Giovanili Valeria Gemma. L’Amministrazione comunale ha consegnato una targa ricordo dell’avvenimento al capitano della squadra Giacomo Iozzi e al patron Eleuterio Marrocco in rappresentanza della società sportiva.

«Siamo felici di celebrare la promozione dell’U.S. Arce 1932 in Eccellenza nella sede istituzionale – ha detto a margine dell’incontro il Sindaco Luigi Germani – perché si tratta di un riconoscimento duplice: il primo al valore sportivo; il secondo, non meno importante, per l’esempio dato dalla squadra in questo campionato. Nel corso di questa stagione – ha spiegato il primo cittadino – l’Arce è stato un simbolo importante per i più giovani di quanto sia importante il gioco di squadra e il lavoro di team. Un percorso non sempre facile che però con questa vittoria ha mostrato i risultati che ne derivano. Faccio ancora i complimenti alla Società, che ha saputo costruire un gruppo vincente portando avanti con coerenza e serietà un lavoro iniziato ormai da diversi anni, promuovendo il nome del nostro paese oltre i suoi confini e in tutto il centro Italia»

Foto Antonio Fraioli

CALCIO-SERIE A – Ruggito da “Leoni” per la salvezza: Monza – Frosinone 0-1. Il tabellino

MONZA – Novantasei minuti e spiccioli, il Frosinone artiglia 3 punti con un gol di Cheddira al 9’ del primo tempo e si prepara alla sfida casalinga con l’Udinese all’ultima di campionato che vale la salvezza anche con un pareggio. Nella prima frazione di gioco, i giallazzurri gestiscono il vantaggio e rischiano qualcosa solo a tempo scaduto, al 47’, per un palo di Colpani. La gara si scalda nei secondi 45’ quando il Monza ha cercato il pari a modo suo, palla su Djuric e tanta speranza, mentre il Frosinone ha avuto il modo di chiuderla, vanificandolo anche per colpa di un palo colpito da Soulé. Al termine tutti con le orecchie rivolte ad Udine dove la squadra di Cannavaro trova l’1-1 al 113’.

MONZA (4-2-3-1): Sorrentino; Birindelli (34’ st Pedro Pereira), Izzo (1’ st D’Ambrosio), Pablo Marì, Kyriakopoulos (1’ st Zerbin); Bondo (1’ st V. Carboni), Gagliardini; Colpani, Pessina, Dany Mota (21’ st Caprari); Djuric.

A disposizione: Mazza, Gori, Donati, Caldirola, Akpa Akpro, Colombo, Ferraris, Vignato S.

Allenatore: Palladino.

FROSINONE (3-4-2-1): Cerofolini; Lirola, Romagnoli, Okoli; Zortea, Barrenechea (41’ st Reinier), Brescianini, Valeri; Harroui (27’ st Gelli); Soulé (45’ st Baez), Cheddira (41’ st Cuni).

A disposizione: Frattali, Palmisani, Marchizza, Kaio Jorge, Garritano, Ibrahimovic, Ghedjemis, Monterisi, Bonifazi, Mazzitelli, Lusuardi.

Allenatore: Di Francesco.

Arbitro: signor Michael Fabbri di Ravenna; assistenti Luigi Rossi di Rovigo e Dario Garzelli di Livorno; Quarto Uomo Matteo Marcenaro di Genova; Var Rosario Abisso di Palermo, Avar Federico La Penna di Roma 1.

Marcatore: 9’ pt Cheddira (F)

Note: spettatori: 12.306 (447 tifosi giallazzurri) per un incasso di euro 215.196,94 compresa la quota abbonati; angoli: 3-3; ammoniti: 28’ pt Bondo (M), 2’ st Soulé (F), 47’ st Gelli (F); recuperi: 2’ pt;

Fonte Frosinone Calcio

CALCIO – La Coppa Italia è della Juve: 15esima della sua storia

Vlahovic mette ko l’Atalanta, partita ad alta tensione fino ai minuti finali. Per Allegri è record di vittorie nella competizione

ROMA – Juve signora di Coppa Italia. Con la firma di Vlahovic. L’Atalanta di Gasperini, bella a tratti, è stata protagonista anche in questo gran ballo dell’Olimpico di Roma ma alla fine ha dovuto lasciare il trofeo ai bianconeri. La Coppa Italia numero 15 della Juve, la quinta di Allegri, primo allenatore della storia a raggiungere i cinque successi in questa competizione.

LA PARTITA

Un 1-0 maturato dopo appena 4 minuti, quando Vlahovic è scappato sul filo del fuorigioco, ci ha messo il fisico per resistere al ritorno della difesa nerazzurra, e di destro ha infilato Carnesecchi. Subito un lampo in un primo tempo non particolarmente brillante in cui l’Atalanta ha provato a riprendersi spaventando la Juventus con un tentativo di Pasalic ‘murato’. Troppo poco. Decisamente un altro ritmo nella ripresa. Subito un tiro di Lookman deviato e finito un soffio fuori, poi un contatto sospetto Vlahovic-Hien su cui arbitro e Var non sono intervenuti e l’attaccante bianconero alla fine ha rimediato anche un giallo per proteste. Alta tensione.

FESTA PER 40MILA TIFOSI BIANCONERI

La festa della Juventus. L’Olimpico di Roma si è tinto di bianconero, con circa 40mila tifosi che erano arrivati nella Capitale per la finale di Coppa Italia contro l’Atalanta. E al fischio finale hanno fatto esplodere la loro gioia: cori, sciarpe e bandiere, e poi la squadra sotto la Curva a saltare, le strette di mano e gli abbracci con Vlahovic, decisivo nell’1-0 contro la formazione di Gasperini. Allegri è stato portato in trionfo dai giocatori. Dall’altra parte la delusione dei sostenitori nerazzurri, oltre 20mila a Roma. E in migliaia a Bergamo davanti al maxischermo che era stato allestito a piazza Vittorio Veneto.

VLAHOVIC: COPPA ITALIA E CHAMPIONS, OBIETTIVI RAGGIUNTI

“Sono i momenti che un giocatore sogna di vivere”. La gioia e l’orgoglio di Dusan Vlahovic, che ha firmato la vittoria della sua Juventus nella finale di Coppa Italia contro l’Atalanta (1-0) e regalato ai bianconeri un trofeo dopo tre anni di astinenza. “Abbiamo raggiunto- ha detto l’attaccante- nonostante le difficoltà di questa stagione, i due obiettivi che ci eravamo posti: la qualificazione in Champions League e la vittoria della Coppa Italia. Ora sto già pensando come vincere tanti altri trofei”.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

SPORT – Caduta in bici per tre campionesse mondiali di pattinaggio su ghiaccio: l’incidente tra Gaeta a Sperlonga

Le tre campionesse italiane sono cadute durante un allenamento in bici tra Gaeta e Sperlonga, nel corso del ritiro con la Nazionale

ROMA – Brutta caduta in bici per tre campionesse italiane di pattinaggio su ghiaccio: le atlete, tra le prime nel ranking mondiale, sono cadute in zona Flacca a Gaeta mentre stavano facendo un allenamento in biciletta e si stavano spostando in direzione Sperlonga. Erano in ritiro con la nazionale al centro olimpico del Coni di Formia,

Sul posto, in soccorso delle tre campionesse, sono arrivati i militari del Norm – Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Formia. Le tre giovani pattinatrici sul ghiaccio hanno perso l’equilibrio cadendo rovinosamente a terra. Le cause dell’incidente sono ora al vaglio dei militari, intanto questa mattina sono stati svolti i rilievi. Per fortuna le tre campionesse non hanno riportato gravi conseguenze: hanno infatti avuto solo lievi escoriazioni. Sul posto anche i sanitari del 118.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it